Cultura/ARTICOLO

"Sinfonia d'autunno" alla Pergola Lavia dirige Anna Maria Guarnieri

Da martedì 10 a domenica 15 marzo in scena il dramma psicologico di Bergman sull'incomunicabilità tra madre e figlia

/ Redazione
Lun 9 Marzo, 2015

Dopo Scene da un matrimonio del 1998 e Dopo la prova del 2001, Gabriele Lavia incontra Ingmar Bergman per la terza volta da regista con Sinfonia d’autunno: un mondo all’apparenza algido, ma in realtà inquieto e solitario, costruito su misura per Anna Maria Guarnieri. Testo nato per il teatro e poi diventato film nel 1978, protagonista allora Ingrid Bergman, racconta la storia di Charlotte, pianista di successo sul viale del tramonto che per la musica e la carriera ha sacrificato la famiglia, negandosi come madre, come moglie e anche come donna. La maledizione di Charlotte è il pianoforte. Per il pianoforte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino e anche la sua: colpita da un dolore alla schiena non può più suonare. Dopo sette anni di reciproco silenzio decide di fare visita alla figlia Eva (Valeria Milillo è nel ruolo che nel ’78 fu di Liv Ullman), carica di aspettative ed entusiasmo, nel tentativo di recuperare un’intimità persa e mai più cercata.

“Ho dovuto come ‘spossessarmi’ di me stessa”, rivela Anna Maria Guarnieri, “sono dentro a questa bolla scomposta che rappresenta il mondo di Charlotte e mi va bene così: sono una creatura nata con la regia, dunque sono felice quando mi si dà un disegno da portare a termine. In questa messa in scena percepiamo diversi suoni”, spiega Anna Maria Guarnieri, “assistiamo a un temporale, sentiamo anche delle urla selvagge… Charlotte ha delle fitte alla schiena ed esprime gridando il suo dolore, mentre Helena – la figlia disabile – comunica con l’esterno attraverso dei suoni gutturali. In opposizione a questo frastuono Eva, l’altra figlia, e il marito rappresentano il silenzio: in seguito alla morte del figlio non comunicano e non riescono più a recuperare il loro rapporto. In questo mondo descritto da Bergman si inserisce un quinto personaggio – il pianoforte – che per Charlotte assume i connotati di una vera e propria relazione umana.”

Sinfonia d’autunno è un dramma dell’incomunicabilità che Lavia incentra sulla separazione dal quotidiano che la scelta radicale della perfezione artistica impone. O ‘sei’ grande o non ‘sei’. E Charlotte non ‘è’ (più) e quel pianoforte viene solo evocato dallo sgabello in scena e dagli attori, un gioco di vuoti e allusioni in cui lo strumento che ha impedito a Charlotte di essere madre è il grande assente. Una precisa scelta registica che parla della condizione dell’artista.

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