Sarà il Consiglio dei Ministri a decidere il porto dove sarà smaltita la Costa Concordia dopo che nella Conferenza dei servizi di oggi, che avrebbe dovuto dare il via libera al trasferimento a Genova, non si è raggiunto un accordo: serviva l'unanimità ma la Regione Toscana e la provincia di Grosseto hanno votato contro la scelta di Genova. Adesso la decisione sarà presa il 30 giugno dal Consiglio dei Ministri.
I tecnici al lavoro al Giglio hanno indicato che l’8 luglio finirà il lavoro di allestimento dei cassoni, mentre il 12 e il 13 inizierà l'operazione di rigalleggiamento e il 20 la nave potrà essere mossa, condizioni meteo permettendo.
"Entro tre settimane saremo pronti ad avviare le operazioni di rimorchio della Concordia dall'Isola del Giglio” ha affermato l'amministratore delegato di Costa Crociere, Michael Thamm, sottolineando che l'azienda ha preso un impegno "che intendiamo onorare" e cioè "rimuovere il relitto della Concordia il prima possibile, in totale sicurezza e con la massima attenzione nei confronti dell'ambiente".
Secondo l’Ad di Costa "Piombino non costituisce una valida alternativa" a Genova come destinazione finale della Concordia, "a causa dei ritardi sostanziali nelle operazioni di adeguamento del porto". Thamm conferma che per la società non c'è alcuna possibilità che il relitto naufragato al Giglio possa esser trasferito nel porto toscano. "Confidiamo che il Consiglio dei ministri - dice Thamm - possa valutare positivamente la solidità del progetto presentato per la demolizione del relitto a Genova".
Di diverso avviso il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ha spiegato la motivazione del voto contrario alla scelta di Genova. "Ho dichiarato la mia disponibilità a favore dell'ipotesi Genova a condizione che il 20 luglio, un giorno prima del rigalleggiamento della Costa Concordia, la conferenza dei servizi facesse un sopralluogo per verificare se il porto di Piombino sarebbe stato pronto a settembre, ma neanche questa subordinata é stata presa in considerazione" ha dichiaro Enrico Rossi. "Ora - ha detto Rossi - deciderà il Consiglio dei Ministri e mi auguro che in quella occasione la mia subordinata venga considerata". "Quanto è successo è gravissimo, si vuole rischiare cinque volte di più nel trasporto del relitto verso Genova, quando Piombino è a un giorno di navigazione", ha aggiunto il presidente. "L'unico progetto preso in considerazione è stato quello di Costa: non vogliono subordinate di sorta. Ma - ha aggiunto - mi domando se il principio di precauzione della legislazione europea in base al quale si chiudono aziende anche nella nostra regione, non debba essere adottato in una occasione come quella del trasporto del relitto della Concordia".