Un sistema in vitro sviluppato dai ricercatori del Centro Piaggio dell'Università di Pisa consente di studiare le patologie connesse all'obesità senza bisogno di effettuare test sugli animali. A confermarlo è stata la direttrice del centro Arti Ahluwalia, alla guida il team che ha effettuato questo tipo di sperimentazione con l'Istituto di Fisiologia Clinca del CNR di Pisa e l'Università di Padova: il sistema messo a punto dal Centro Piaggio è approfondito in un articolo pubblicato sulla rivista PlosONE.
“Fino ad oggi – spiega Ahluwalia - l’uso di modelli animali per lo studio di disturbi metabolici era l’unico metodo esistente. Ma è un metodo con dei limiti perché l’obesità è un disturbo prettamente umano, e dipende dalla dieta e dallo stile di vita e questo è difficilmente riproducibile negli animali, che raramente mangiano più del necessario”.
Il sistema in-vitro utilizzato è composto da più tessuti (grasso, fegato e tessuto vascolare) connessi tramite canali microfluidici per studiare l’insorgere di danni vascolari e segni di infiammazione sistemica legati all’aumento di tessuto adiposo. Il risultato osservato è stato che i danni ai tessuti aumentano in modo proporzionale alla quantità di grasso, il che apre la strada per comprendere i meccanismi cellulari che sottendono la risposta dei tessuti all’eccesso di nutrizione.
"Da molti anni ormai – conclude la professoressa Ahluwalia - il Centro Piaggio dell’Università di Pisa è all’avanguardia nello studio di alternative alla sperimentazione animale. Non è una scelta dettata dall'ideologia, ma dall'evidenza sperimentale e dal progresso scientifico, che ci dicono che questa è una strada migliore per avere modelli sempre più precisi dei sistemi biologici, migliorando quindi al contempo le condizioni dell'uomo e degli animali, e approfondendo le nostre conoscenze su come funziona il nostro corpo".