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Studio in carcere: la Toscana è tra le prime regioni italiane

A rivelarlo è stata Stefania Saccardi a margine del convegno fiorentino “Università in carcere”. Finora 43 i laureati

/ Redazione
Ven 1 Dicembre, 2017

La Toscana è tra le prime regioni a sostenere lo studio in carcere, a rivelarlo è stato oggi l’assessore Stefania Saccardi, che ha osservato come “Siamo stati una delle prime regioni ad avviare un progetto compiuto sulla formazione universitaria in carcere. E il Polo universitario attivato qua è l’unico a livello nazionale sostenuto anche con fondi della Regione e con estensione regionale”. La dichiarazione dell’assessore è arrivata stamani a Firenze in occasione del convegno L’Università in carcere – l’esperienza dei poli universitari penitenziari. “Forse non è un caso – ha aggiunto Saccardi – che questo convegno si faccia proprio a Firenze e che la Toscana possa giocare un ruolo centrale nel costituendo coordinamento nazionale dei Poli Universitari”.

Dall’avvio del progetto, nel 2000, il numero di iscritti in Toscana è di oltre 400. Oltre la metà riguarda il polo universitario fiorentino. Poi vengono Pisa e Siena. I laureati finora sono stati 43, numero che non va messo in relazione stretta col numero di iscritti perché i percorsi per arrivare alla laurea in carcere sono molto complessi. Saccardi ha poi ricordato che “il compianto professor Margara fu uno dei primi a introdurre questa possibilità ed il progetto ha via via preso corpo inserendosi in quello che è il dettato costituzionale. Per un paese ed una regione che vogliono garantire a tutti le stesse opportunità in questi ambiti credo sia doveroso avere un progetto come questo. E credo sia anche dovere della Regione, e delle altre istituzioni, occuparsi di questi spazi, le carceri, che sono un pezzo del proprio territorio”.

L’assessore ha infine sottolineato che “il progetto ha una doppia valenza: puntare al reinserimento sociale dei detenuti che decidono di frequentare l’università, e fornire loro un bagaglio formativo fondamentale una volta usciti dal carcere. Per accompagnare questo percorso, sarà aperto presto un bando con risorse Fse per facilitare il reinserimento lavorativo delle persone che escono dal carcere”.