Cultura/ARTICOLO

Terry Gilliam a Fiesole parla del suo cinema

In occasione del Premio ai Maestri del Cinema il regista di Brazil ha incontrato il pubblico

/ Elisabetta Vagaggini
Mar 10 Dicembre, 2013
terry-gilliam-at-event-of-john-carter
Si è tenuto lunedì 15 luglio al Teatro Romano, in occasione del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, un incontro con Terry Gilliam, cartoonist, sceneggiatore, produttore e regista, autore di grandi film come "L'esercito delle 12 scimmie”, “Brazil” e “Le avventure del barone di Munchausen”, vincitore del riconoscimento attribuito da Sindacato Nazionale Critici, Fondazione Sistema Toscana e Comune di Fiesole.

Sono intervenuti, di fronte ad una platea gremita di decine di persone, l'esperta di cinema d'animazione Laura Antonini, il direttore alla fotografia Lorenzo Pecorini, il direttore del premio Giovanni Maria Rossi, il fiduciario del Sindacato Nazionale Critici Claudio Carabba, l'autore satirico Sergio Staino, l'assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti, il sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato e l'assessore alla cultura Paolo Becattini, il critico Riccardo Ventrella e naturalmente Terry Gilliam.

Alla domanda fatta su quale sia il suo rapporto da una parte con l'animazione, i disegni, i trucchi e dall'altra con i film e la tecnologia digitale, il regista ha risposto: “E' un passaggio che ho fatto con grande naturalezza. E' una cosa molto pratica: se ho un'idea la disegno, ne parlo con altri e poi trovo il modo di realizzarla. Non c'è niente di magico, al contrario è un lavoro molto duro e noioso. Secondo me per fare i film bisgona impararre a fare tutti i mestieri del cinema, dal tecnico delle luci al disegnatore e al montatore. A chi vuole fare il regista, il mio consiglio è: prima bisgna imparare a fare tutti i mestieri per poi sapere come fare a dirigere”.

All'incontro ha partecipato anche l'autore satirico Sergio Staino, che ha ricordato come in Italia la satira politica si sia diffusa dal '68 in poi, con la nascita di una generazione di disegnatori della quale lui stesso ha fatto parte. Era una satira ideologizzata, molto schierata, comparabile a quella che Terry Gilliam definsce “satira militante”. “Una volta – ha affermato - finita la stagione della “fantasia al potere” e cominciata l'azione rivoluzionaria, con tante esperienze terrificanti, legate al terrorismo, la satira politica rischiava di scomparire. L'arrivo di un film come il “Senso della Vita”, firmato anche da Terry Gilliam, ha avuto la funzione di produrre un grande shock. Ha riportato all'attezione di tutti la goliardia che il '68 aveva marginalizzato, in quanto forma di comicità che portava l'acqua al mulino del potere. In realtà i Monty Pyton hanno insegnato che anche il motto goliardico, se saputo fare, porta l'acqua al mulino dell'intelligenza e libera la comicità dal vincolo di dover essere per forza politicamente corretta.

Alla domanda sul suo rapporto con la grande insutria cinematografica hollywoodiana, Gilliam ha risposto: “quello che mi sorprende è che il sitema sembra avere paura delle idee innovative, quindi succede che i film veramente interessanti si vedono solo ai festival o nei cinema di quartiere, che non hanno problemi di fare i grandi incassi. Voglio incoraggiare i giovani a dirigere i propri film esattamente come li vogliono: per fare dei bei film bisogna essere posseduti da un'idea, altrimenti diventa impossibile realizzarli. Purtroppo sembra che l'ndustria si interessi solo alle idee mediocri, ma sicure dal punto di vista degli incassi”.

Il dibattito ha poi virato sul rapporto del regista con la razionalità e l'irrazionalità. “Negli ultimi venti anni– ha affermato Gilliam - hanno avuto molto successo dei banchieri, persone molto razionali, ma il risultato è che oggi siamo in piena crisi. Credo sia arrivto il momento di rivalutare il fatto di essere ridicoli, il divertimento, la gioia, in altre parola l'irrazionalità. E' possibile essere molto irrazionali e molto intelligenti”.

In questo contesto – gli chiedo - qual è il suo rapporto con internet e le nuove tecnologie? “Internet è molto pericoloso, onnipotente e ci sta ipnotizzando. Ci fa credere che stiamo comunicando quando in realtà non è così. Penso che siamo in questo mondo dove le informazioni viaggiano velocissime, le persone si scambiano foto di quello che hanno mangiato un'ora fa, oppure le foto del vicino, o simili stupide cose. Penso invece che siano molto più interessanti che persone che non comunicano, che se ne stanno da sole per capire chi sono, piuttosto che pensare a finte forme di comunicazione. Questo è uno dei temi trattati nel mio ultimo film Theorema Zero, che verrà proiettato nei migliori cinema (ride)”.

Topics: