Cultura/ARTICOLO

Torna Firenze delle Letterature: reading aperto alla Cité

Si chiama “Muro Una Sega” l’evento aperto a chiunque abbia voglia di leggere dal vivo mercoledì 4 novembre, con l'occasione abbiamo raggiunto Gabriele Merlini per parlare del futuro di FiLet

/ Federico di Vita
Lun 2 Novembre, 2015

Mercoledì 4 novembre alle 21:30 alla Cité di Borgo San Frediano ci sarà un reading collettivo cui prenderanno parte diversi autori che vivono a Firenze. L’invito a leggere “ad alta voce” un brano proprio o altrui è in realtà aperto a chiunque voglia cimentarsi nel ruolo di performer. L’occasione e la struttura dell’evento richiamano alla mente quella di “Torino Una Sega”, la serie di tre serate organizzate negli ultimi anni al Caffè Notte di Via delle Caldaie dallo stesso gruppo di scrittori. In quel caso si trattava di veri e propri rave letterari, capaci di dar vita a vistosi assembramenti di persone e a performance che seguitavano tutta la notte. Stavolta l’esperimento verrà riprodotto, per così dire, in vitro, e l’occasione per rilanciare la formula di condivisione letteraria arriva in questa circostanza da Vanni Santoni, che anziché presentare a Firenze “per l’ennesima volta” il suo Muro di casse (romanzo con tratti da inchiesta sul mondo delle 'feste', vale a dire i rave party), ha pensato di aprire la serata a chiunque avesse voglia di leggere dal vivo. Cogliendo l’occasione abbiamo raggiunto lo scrittore Gabriele Merlini, tra gli organizzatori dell'evento, per cercare di fare il punto sulle prospettive del gruppo di autori di Firenze delle Letterature, i cui interventi, nell’ultimo anno, sembrano essersi diradati.

Partiamo dalla serata di mercoledì, letture aperte a tutti ma a tema, quale?

"Il tema di "Muro Una Sega" ricalca a grandi linee gli argomenti di Muro di casse, testo che affronta suggestioni quali balli, tecnologia, controculture, psichedelia, sincretismo, postmodernismo, scarpe a panettone. Tradotto: leggete qualsiasi cosa, basta che faccia 'accapponare la pelle'".

La formula ricalca quella di Torino Una Sega, possiamo considerare la serata del 4 novembre un modo di riprendere il dialogo con la città da parte del gruppo di scrittori che negli ultimi anni ha dato vita a diverse iniziative?

"L’incontro di mercoledì riprende sia nel titolo che nella struttura lo spirito di TUS, sebbene le faccende siano separate e non parliamo d'un TUS4, al momento non in programma. Certamente ci sembra un modo per continuare il dialogo con chi in città ama la letteratura, e sono parecchi visto anche il successo del recente festival delle riviste fiorentine".

A Firenze è possibile sperare nella resistenza di iniziative culturali dal basso o viste le dimensioni della città, e dunque la fisiologica difficoltà nel fare massa critica, si è destinati a veder sparire esperienze di questo tipo?

"Il mio filosofo di riferimento, Frabiagio del Collettivomensa, sostiene che il vero scopo d'una rivista letteraria sia morire per fare posto alla successiva; suppongo ciò valga pure per i reading o le iniziative culturali di vario genere. Io rimango fiducioso nonostante comprenda come una scena locale che sia funzionale e propositiva, per sopravvivere necessiti di elementi tendenzialmente presenti con difficoltà qui e radicati meglio altrove: una casa editrice attorno la quale volenti o nolenti ruotare, un numero davvero ampio di individui disposti a spendersi per tenere in vita il confronto, e via dicendo. Ottimismo che deriva dalla rapidità con la quale tutto è esploso due anni fa, spingendo un sacco di sconosciuti a raggrupparsi in antologie o momenti di protesta. Letture condivise e proficui scambi. Un po' tipo gli scudetti delle medio-piccole: se succede una volta perché non due? (Magari prima di quarant'anni). Inoltre, come già dicevo, i ragazzi delle riviste mi sembrano agguerriti".

Gli scrittori di FiLet hanno in programma iniziative future - di gruppo - o sono destinati a disperdersi?

"Non posso parlare a nome di tutti però, restando al mio modo di vedere la vicenda, direi che sarebbe un peccato la totale dispersione. Sono stati anni belli e fruttuosi ed è indubbio come molti tra i partecipanti abbiano più impegni e scadenze e dunque minore tempo per qualcosa di condiviso. Certo servirà reinventarsi, una volta testata la volontà, e aprirsi a nuovi spunti".