Cultura/ARTICOLO

Torna nella chiesa di via Calzaioli la grande “Deposizione” di Gerini

Torna l suo posto dopo un lungo e delicato restauro finanziato dal quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun e curato dai tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze

/ Redazione
Mer 1 Aprile, 2015
Niccolò di Pietro Gerini, Deposizione e Resurrezione di Gesù

Finalmente è ritornata sopra l’altar maggiore della Chiesa di San Carlo dei Lombardi (in via Calzaioli, di fronte a Orsanmichele) la grande tavola dipinta nell’ultimo ventennio del XIV secolo da Niccolò di Pietro Gerini e raffigurante la Deposizione e Resurrezione di Gesù.

Di proprietà delle Gallerie Fiorentine, l’opera misura 408 cm di altezza per 286 di larghezza e verrà svelata ai fedeli prima della Santa Messa delle ore 18 del 2 aprile (Giovedì Santo), rimanendo visibile fino alle ore 24.

“Un’altra opera molto importante del patrimonio delle Gallerie Fiorentine – ha detto Paola Grifoni, Segretario regionale del Mibact per la Toscana – torna a occupare uno spazio di grande rilevanza sopra l’altare di una delle chiese storiche del centro di Firenze. L’impegno dei funzionari dell’ex-Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e dell’Opificio delle Pietre Dure, con il sostegno degli Amici dei Musei Fiorentini, ha permesso il completo recupero di un’opera di grande valore storico artistico e di innegabile suggestione religiosa”.

L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha ultimato il progetto di conservazione collaborando alla ricollocazione del grande dipinto nella chiesa di San Carlo. Si è trattato di un progetto molto complesso sia per le dimensioni dell’opera (cm 408 x 286), sia per le gravi condizioni conservative. La restituzione dell’opera al pubblico ed agli studiosi segnerà l’inizio di una nuova fase di studio e di valutazione di questo dipinto.

“La pala del Gerini raffigurante la Deposizione di Gesù – ha ricordato Monsignor Giancarlo Corti, Proposto del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria del Fiore da cui dipende la Rettoria di San Carlo – dopo il restauro è stata ricollocata nell’abside cella Chieaa di San Carlo. Il ritorno coincide con la celebrazione della Settimana Santa e della Pasqua, i giorni in cui la Chiesa contempla il mistero della Passione e morte in croce, la deposizione e Resurrezione di Gesù. Questa opera, che ha ritrovato il suo splendore nel restauro, quindi non arricchisce la Chiesa solo come un’opera artistica di grande valore, ma anche nel suo significato religioso e di Fede. La sua collocazione centrale la rende ben visibile da chi passa da via Calzaioli, essendo un’immagine che si fa vedere e che attrae. Siamo grati infine – ha concluso Monsignor Corti - a quanti hanno curato sia il restauro, sia la sua ricollocazione”.

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