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Toscana, commercio al dettaglio: - 5,4%

Il calo riguarda soprattutto i piccoli negozi e le medie strutture. Scaletti: " Il settore è in difficoltà"

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Piccole_imprese
Pressione fiscale, aumento dei prezzi e forti criticità nel mercato del lavoro determinano nel primo trimestre 2012 un calo delle vendite al dettaglio in Toscana del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2011, un risultato negativo raggiunto precedentemente solo nei primi 3 mesi del 2009. I dati presentati nel “Rapporto sulla Congiuntura delle Imprese del Commercio al dettaglio” realizzato da Unioncamere Toscana nell’ambito dell’Osservatorio Regionale sul commercio, evidenziano anche un peggioramento del clima di fiducia: perfino il settore alimentare passa a previsioni negative per le vendite dei prossimi mesi ed il clima fra gli operatori commerciali del non alimentare diviene sempre più pessimista.


I dati diffusi oggi mi preoccupano molto. Il commercio al dettaglio vive un momento di difficoltà gravissima che può avere ricadute sempre più pesanti sull’occupazione e sull’economia regionale”, commenta l’assessore regionale al commercio, Cristina Scaletti.

Il calo delle vendite è più pronunciato nei piccoli negozi (1-5 dipendenti) che registrano un -7,4%, seguiti dalle medie strutture (6-19 dipendenti) che perdono 6 punti percentuali di fatturato e peggiorano nettamente il quadro di lento recupero che si stava delineando nella seconda metà del 2011. La grande distribuzione toscana (20 dipendenti e oltre) perde l’1,6%, si tratta del secondo trimestre consecutivo di netta contrazione.

Analizzando il periodo dal 2005 ad oggi si nota che il piccolo commercio di vicinato ha ridotto del 27% il proprio giro d’affari, la media distribuzione di quasi il 20%, mentre la grande distribuzione è riuscita comunque a innalzare di 5 punti percentuali i propri fatturati di vendita rispetto al 2005.

Venendo ai settori, nei primi tre mesi del 2012 il settore alimentare registra un -4,8% e il non alimentare un -6,8%. Nel no food calano soprattutto le vendite degli esercizi specializzati in prodotti per la casa-elettrodomestici (-9,1%) e abbigliamento-accessori (-6,7%), l’unico settore che si dimostra in grado di tenere è il de-specializzato (ipermercati, supermercati e grandi magazzini), che in Toscana apre il 2012 con un leggero incremento di fatturato (+0,3%).

A conferma della stretta dei consumi arrivano le dichiarazioni degli imprenditori sulle giacenze: nel primo trimestre del 2012: solo il 3% le ritiene scarse a fronte di un 85% che le considera adeguate e il 12% in esubero – dato in crescita rispetto ad un anno prima.

A limitare una eventuale ripresa dei consumi, arrivano anche i dati relativi all’aumento dei prezzi al consumo dei beni del commercio al dettaglio: +2,2% in Toscana nel primo trimestre 2012. In particolare rincarano i generi alimentari (+2,9%), abbigliamento-calzature e mobili-prodotti per la casa aumentano dell’1,5%. Relativamente al numero delle unità commerciali locali, il tasso di crescita nel primo trimestre 2012 si attesta al +1,1%, contro il +1,5% medio del triennio 2009-2011, aumentano in particolare gli esercizi specializzati nella vendita di prodotti non alimentari (+2,9% da marzo 2011 a marzo 2012, quasi 1.000 unità in più).

Per il prossimo aprile-giugno le aspettative degli imprenditori commerciali toscani peggiorano, con un maggior pessimismo negli esercizi di vicinato e note positive soltanto fra gli operatori della grande distribuzione.

Necessario l'intervento della Regione Toscana e riguardo questo interviene l'assessore: “Continueremo a lavorare per sostenere il piccolo commercio. Esempi concreti i centri commerciali naturali e ‘Vetrina Toscana’. Il successo di progetti come ‘Pesce dimenticato’ dimostra che la strada intrapresa è quella giusta”.

Su un piano più generalericorda poi Scaletti – abbiamo presentato un ricorso contro la liberalizzazione selvaggia prevista dal decreto Monti, su cui aspettiamo il pronunciamento della Corte Costituzionale. Siamo infatti convinti che liberalizzare con equilibrio e armonia sia la strada giusta per tutelare l’intero sistema economico. In questo nostro impegno – conclude l’assessore – sta anche la nostra prossima proposta di legge sui criteri di apertura della grande distribuzione, per evitare il proliferare senza regole di mega centri commerciali”.