Sembra non avere fine la spirale della crisi economica, anche in Toscana. La Banca d’Italia registra un deterioramento ulteriore del quadro congiunturale nel primo semestre 2012. Alla flessione della domanda delle famiglie e delle imprese si è aggiunto il rallentamento della domanda estera, anche se un sondaggio registra un’attenuazione del pessimismo a breve termine.
La produzione industriale è scesa del 4,5% rispetto all’analogo periodo del 2011. E’ calato il fatturato nominale, gli investimenti sono calati, la spesa programmata sarà rivista al ribasso da un terzo delle imprese. I primi sei mesi dell’anno registrano una riduzione del commercio con l’estero anche se le vendite nominali sono cresciute del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. La dinamica toscana, comunque, mostra segnali meno deleteri rispetto all’andamento italiano. E’ l’oro a fare da traino, torna a crescere la meccanica mentre cala la moda.
Preoccupa la situazione nel comparto dell’edilizia, sia pubblica che privata. Quasi il 60% delle imprese intervistate da Bankitalia ha dichiarato un calo dell’attività produttiva; un terzo prevede di chiudere l’esercizio in perdita. Il semestre 2012 registra il calo di un quinto delle transizioni di immobili residenziali rispetto allo stesso periodo del 2011. Il valore complessivo dei bandi di gara è calato del 17 per cento.
La spirale negativa colpisce anche i servizi: in calo nei primi nove mesi sia nel fatturato che negli investimenti. Le famiglie hanno speso di meno nelle vendite al dettaglio (-5,7 per cento in termini nominali). La crisi non ha inciso sulla perdita dell’occupazione, rimasta stabile grazie soprattutto all’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali. Sono diminuiti gli addetti nell’industria e nelle costruzioni, compensati da un incremento nei servizi. Il tasso di disoccupazione è salito all’8,1 per cento per effetto degli ingressi tra le persone in cerca di occupazione, soprattutto donne.
Nei primi nove mesi dell’anno il credito erogato alle imprese si è ridotto del 5,4 per cento. La flessione ha riguardato soprattutto le costruzioni e la manifattura. E’ calata anche la richiesta di credito da parte delle imprese a causa del calo degli ordinativi e degli investimenti. Le condizioni di offerta, che si erano irrigidite nel 2011, si sono mantenute selettive. In giugno i prestiti alle famiglie erano stazionari sui dodici mesi. Dopo il calo del 2011, i depositi delle famiglie sono tornati a salire anche per effetto dell’offerta di remunerazioni più elevate sulle forme vincolate.
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Toscana, l'economia rallenta Giù industria, edilizia, credito
Secondo un'indagine di Bankitalia, il rallentamento della domanda estera si è aggiunto alla flessione della domanda di famiglie e imprese

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