La Toscana è la prima tra le regioni italiane per quanto riguarda la presenza di imprese straniere. In tutto il Paese le attività guidate da cittadini non italiani sono più di mezzo milione, di queste circa una su dieci si trova in Toscana, dove alla fine del 2015 se ne contavano 52.147. Nell’ultimo quinquennio in Regione il numero delle aziende capitanate da immigrati è cresciuto a un ritmo di circa il 5% all’anno (+4,6% nel 2015), e la percentuale di imprese condotte da imprenditori non italiani ha raggiunto il 12,6%, tre punti percentuali e mezzo al di sopra della media italiana (9,1%), la più elevata fra le regioni italiane.
La comunità cinese resta quella che offre il maggior contributo al tessuto imprenditoriale straniero presente sul territorio regionale: erano quasi 13mila, a fine 2015, le persone di nazionalità cinese con cariche in imprese che hanno la propria sede in Toscana (il 18% del totale), seguite da rumeni (poco meno di 8.000), albanesi (7.400), marocchini (6.500) e senegalesi (3.000). Un confronto con il 2015 mette in evidenza come i flussi migratori degli ultimi quindici anni abbiano profondamente cambiato il “volto” dell’imprenditore straniero, anche in virtù di un maggior grado di radicamento sul territorio regionale: nel 2000 le prime cinque comunità imprenditoriali comprendevano infatti, oltre a quella cinese ed a quella marocchina, anche persone di nazionalità, tedesca, francese e svizzera, progressivamente scese in graduatoria, mentre forti incrementi si sono registrati anche per Bangladesh, Pakistan e Nigeria. A rivelare i dati è l’ultimo report di Unioncamere Toscana, realizzato sulla base delle informazioni disponibili nel Registro delle imprese delle Camere di Commercio.
La stragrande maggioranza delle imprese straniere con sede in Toscana sono ditte individuali (83%, oltre 43mila), coincidenti normalmente con imprese di dimensioni più piccole rispetto a quelle che adottano una diversa forma giuridica: fra gli imprenditori italiani, l’incidenza delle ditte individuali è invece pari a circa la metà rispetto a quanto riscontrato per le imprese straniere (48%). Solo un’azienda straniera su dieci è invece costituita sotto forma di società di capitali (oltre 5.000), tipologia d’impresa maggiormente strutturata e che a livello regionale, considerando anche le imprese condotte da italiani, raggiunge un’incidenza del 27%. Le società di capitali stanno comunque prendendo sempre più quota anche fra gli imprenditori non stranieri, manifestando una crescita costante e relativamente sostenuta nel corso degli ultimi anni che registra un’ulteriore conferma anche nel 2015 (+11,2% il tasso di crescita delle società di capitali “straniere”, contro il +4,2% delle ditte individuali ed il +1,2% delle società di persone).
In Toscana le imprese straniere si distribuiscono all’incirca a metà fra settori produttori di beni e settori produttori di servizi. In quest’ultimo ambito il commerciale fa la parte del leone (sono oltre 15.000 gli esercizi aperti al pubblico), assorbendo circa un terzo delle aziende condotte da nati oltreconfine. Per quanto riguarda i produttori di beni, invece, una fetta importante di imprenditori stranieri si cimenta nel campo delle costruzioni (quasi 14.000, il 27%), e altri 10.000 in attività manifatturiere, soprattutto del sistema moda, che conta 8.000 imprese a conduzione non italiana e, in particolare, nell’abbigliamento (5mila, concentrate soprattutto a Prato).
Fra gli altri settori, le imprese straniere del turismo (alberghi e ristoranti) sono il 6% (2.826 unità), mentre oltre 6.000 sono quelle che operano in altri comparti dei servizi. Prende infine sempre più corpo anche il settore dell’agricoltura, che in Toscana raccoglie 41.000 aziende di cui il 4% (2.070) a conduzione straniera.