Musica/ARTICOLO

Trent'anni di concerti in Toscana: intervista a Massimo Gramigni

Da Peter Gabriel ai Radiohead un punto di vista unico e enciclopedico sulla musica live in Toscana

/ Costanza Baldini
Mar 14 Gennaio, 2014
Massimo Gramigni
Attivo sulla scena della musica live Toscana dalla fine degli anni '70 Massimo Gramigni ha fondato nel 1985 insieme a Claudio Bertini la P.R.G. azienda che organizza concerti e spettacoli prevalentemente a Firenze e nel resto della Toscana. E’ una delle principali aziende d’Italia del settore, sia per fatturato che per qualità delle produzioni proposte. In questi anni la P.R.G. ha organizzato oltre 1.800 concerti, realizzando tra l'altro manifestazioni in collaborazione con la Regione Toscana, con le Amministrazioni comunali di tutti i capoluoghi di provincia toscani e di molti altri importanti Comuni. Nell'intervista ci ha raccontato alcuni "retroscena" di uno dei lavori più belli del mondo. Gramigni, come si comincia a fare questo lavoro? Casualmente. Ho iniziato il 25 aprile del ’79 con il concerto di Lucio Dalla allo Stadio Comunale Artemio Franchi, biglietto 1500 lire. Il concerto doveva essere fisicamente nel Parterre ma lì c’era un grande multiplo di capannoni dove veniva fatta la Fiera dell’Artigianato che si era da pochi anni spostata alla Fortezza da Basso. Al Parterre era stato fatto il concerto di Guccini l’anno prima, per Dalla fu negata l’autorizzazione e a me venne in mente di spostarlo in un palco coperto che guardava la tribuna coperta dello stadio. Facemmo quasi 15 mila biglietti venduti. Io e Claudio Bertini abbiamo la grande fortuna di fare il mestiere che ci piace, con chi vogliamo, un collettivo di persone che lavorano con noi, e aggiungo sempre sono da 26 anni sposato sempre con la solita moglie. Sono tre fortune nella vita quasi introvabili. Noi organizziamo concerti in Toscana ma siamo consapevoli anche di aver costruito insieme a chi lavora con noi una serie di aziende originali e quasi uniche nel panorama italiano. Adesso ci troviamo dentro l’Obihall che è un teatro totalmente privato. In Italia teatri privati non ce ne sono. La PRG è l’azienda principale, il motore, riusciamo ad essere quasi all’avanguardia, facciamo circa 100 spettacoli l’anno. Organizziamo concerti che vanno da Cristina D’Avena a Bruce Springsteen e tutto quello che c’è nel mezzo. Com’è cambiato il suo lavoro in 20 anni? Tecnologia, tante leggi da rispettare, un rapporto che non si mai fermato, conflittuale con gli artisti, sembra quasi un ossimoro ma così è. Fondamentalmente l’artigianalità che c’era nel ’79 è rimasta tutta. Per esempio è fondamentale arrivare a far conoscere lo spettacolo a tante persone in Toscana, quanto si tiene, a che ora, quanto costano i biglietti senza escludere nessuna comunità. Anche nell’epoca dei social network resta un mezzo fondamentale il manifesto messo in tutti i luoghi possibili. I problemi più grossi che si trova ad affrontare chi vuole fare questo lavoro quali sono? Tutti, è un lavoro iniziato quando non c’erano regole se non quelle del buonsenso negli anni ’70-’80. Oggi per chi sia avvia a fare questo lavoro come imprenditore in proprio è un’attività oggettivamente di grande difficoltà. Si dice spesso che il problema più grosso in Italia non sono gli spazi ma il pubblico, che non sempre recepisce le novità o i nomi nuovi Non credo, noi siamo per la musica pop, rock, popolare. In Toscana siamo fiorentinocentrici ma con tanto pubblico in confronto alla densità toscana che ha 3 milioni e novecento mila persone considerando isole, Lunigiana, Garfagnana e Amiata. Con questa viabilità noi abbiamo sempre e comunque una condizione di tanti biglietti venduti. La crisi non l’avete sentita? L’abbiamo sentita per vendita di biglietti in piccole zone, non grandi numeri. Abbiamo problemi interni di distribuzione degli incassi, cioè l’incasso di un grande artista dove va a finire. Questo non vuol dire che nel 2014 alcuni morsi di crisi e difficoltà non ci siano stati. Ma far aprire un sipario e mettere in scena un artista è un’attività molto gradita alle persone. Cantare due ore e mezzo con Tiziano Ferro, Renato Zero o Claudio Baglioni è un’attività a volte migliore che andare da uno psicologo. Il rito colletivo di un concerto fa bene all'anima. L’estate 2012 a Firenze è stata unica con Madonna, Bruce Springsteen, i Radiohead, sarà ripetibile un’offerta simile? E’ ciclica, noi abbiamo uno stadio di 42 mila persone, c’è un modello organizzativo che prevede un’attenzione alla viabilità e ai servizi. Approposito il 16 luglio per Ligabue venite in treno e noi vi riportiamo a casa con sei treni straordinari, lasciate la macchina a casa ve lo dice chi vede i deflussi dello stadio. Secondo lei Firenze può migliorare i flussi turistici anche grazie ai concerti? Nel 2012 abbiamo fatto in tutto 1264 turisti dall’estero. 983 solo per Madonna e Bruce Springsteen, con l’assessore Scaletti e il Presidente Rossi lo chiamammo il “turismo rock”. Esiste, è possibile perché l’Italia è collegata dall’alta velocità, l’Europa è collegata a Firenze con voli low cost. Il meccanismo ormai è certo: compro il biglietto per un concerto, scelgo Firenze perché posso fare anche un turismo di qualità, vado a cercare subito il volo e dove dormire secondo le proprie possibilità dai B&B ai cinque stelle. E devo dire che io suggerisco sempre di raccontare che esiste anche un’altra toscana che non è solo Firenze, ma è anche una ricca realtà di agriturismi, di altre città d’arte che sono collegate con il treno. E’ un modo di conoscere la Toscana prima di ripartire. Quindi è un’economia che per funzionare deve fare sistema? Fare sistema in Toscana è come far rinascere il Rinascimento, non ci riesce. Noi come PRG siamo a disposizione, ci proviamo, se vedessi che c’è la volontà da parte di un gruppo di imprenditori di mettersi insieme e fare una scommessa potrei anche smettere di fare questo mestiere e andare in pensione. I concerti più belli della sua vita? Direi Peter Gabriel, Parco delle Cornacchie alle Cascine, con band spalla i Simple Minds. Peter Gabriel uscì da una roulotte che potrei dire eufemisticamente disadorna e ci chiese in italiano per favore una mezza bottiglia d’acqua minerale liscia. Un altro concerto nel vecchio palazzetto dello sport con Jovanotti e Carboni il “50 e 50” una serata speciale. Aggiungerei al Teatro Verdi Francesco de Gregori senza neanche una quinta nera, si vedeva anche il “vietato fumare” scritto sul muro, un concerto in cui Francesco cantò La donna cannone dedicandola a Monica Vitti. Chi era a questi tre concerti che passano dall’80 a tempi più recenti se ne ricorda ancora. Un artista che invece ancora non è riuscito a portare e che desidererebbe tanto? Lo sanno tutti, io e Claudio Bertini appena organizziamo gli U2 allo Stadio andiamo in pensione. Per informazioni: http://www.bitconcerti.it/