Cultura/ARTICOLO

Trilogia brasiliana, i film di denuncia sull'impatto dei grandi eventi

I tre film del regista bolognese Enrico Masi saranno proiettati al cinema La Compagnia di Firenze il 26 e il 28 maggio. Il film Lepanto. Ultimo cangageiro sarà accessibile per i non vedenti grazie alla App Movie Reading

/ Elisabetta Vagaggini
Mer 24 Maggio, 2017
Enrico Masi

Dopo aver realizzato The Golden Temple, documentario ambientato a Londra nell’anno precedente le Olimpiadi e presentato alle Venice Nights – Giornate degli Autori nel 2012, il giovane musicista, ricercatore e regista bolognese Enrico Masi, prosegue la sua ricerca sul tema della 'Resistenza urbana' in occasione dei grandi eventi sportivi e approda in Brasile paese che, tra il 2014 e il 2016, ha ospitato i Mondiali di Calcio e i Giochi Olimpici.

Il filo conduttore che lega la ricerca di Masi, a Londra come in Brasile, è l'indagine sulla deturpazione del territorio, sull'edificazione selvaggia e la distruzione di case e strade preesistenti, dove vive e lavora da sempre la popolazione residente, che si trova così ad essere profondamente danneggiata dall'arrivo dei mega eventi sportivi. In Brasile con un'aggravante: i grandi stadi, i palazzetti dello sport e le nuove strutture ricettive, sorgono in città dove le persone vivono ancora nelle Favelas, in gravi condizioni di povertà e indigenza, facendo emergere in modo evidente la grande contraddizione di fondo.

Dopo la presentazione a Torino il 24 Maggio, al Museo Nazionale del Cinema, arriva a La Compagnia di Firenze, il 26 e il 28 maggio, la versione integrale della Trilogia Brasiliana,  progetto cinematografico del regista Enrico Masi, prodotto tra il 2013 e il 2016 da Caucaso Factory, che proseguirà poi il tour a Bologna e in altre città italiane.
La Trilogia verrà proiettata nella sua interezza, così come concepita dall’autore e regista Enrico Masi, e comprende i film Lepanto. Ultimo Cangaceiro, il breve film in 16 mm Terra sem Males e il documentario Historia do Futuro.

La proiezione di Lepanto. Ultimo Cangaceiro (26 maggio ore 21.00) sarà accessibile anche per il pubblico non vedente: tramite l’utilizzo dell'applicazione Movie Reading, scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet, il pubblico potrà sentire direttamente dall'auricolare l'audio-descrizione. Ad introdurre il film il regista Enrico Masi e Stefano Migliore, sceneggiatore e produttore

Ambientato tra Rio de Janeiro, Sao Paulo, Berlino, Londra e l’Italia, con una ricerca fotografica e visiva esaltata dalla pellicola in 16mm, Lepanto. Ultimo cangaceiro, già presentato al Bergamo Film Meeting e alla Cineteca Nazionale di Roma, fa chiaro riferimento alla storica Battaglia di Lepanto, che qui diventa metafora di uno scontro tra il modello capitalistico e la resistenza civile. Ad approfondire il tema dell'impatto dei grandi eventi sui territori interessati, saranno anche gli altri capitoli della Trilogia, ovvero “Historia do Futuro”, documentario dedicato alla figura del filosofo Paulo Freire e al conflitto urbano nella metropoli di Rio de Janeiro, che ha ottenuto il riconoscimento di Film di Interesse Culturale dal MIBACT; e il cortometraggio-saggio “Terra sem Males", già presentato alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro e al Festival dei Diritti Umani di San Paolo, che affronta il tema dello sterminio dei nativi brasiliani. Info: www.cinemalacompagnia.it

Programma:

VENERDì 26 MAGGIO, ORE 21.00
Lepanto. Ultimo cangageiro, di Enrico Masi, Italia/Brasile, 2016, 72 min
Alla presenza di Enrico Masi, regista, e Stefano Migliore, sceneggiatore e produttore.

DOMENICA 28 MAGGIO, ORE 19.00
Terra ses Males, di Enrico Masi e Urutau Guajajara, Italia/Brasile, 2016, 16 min
Il tema dei nativi brasiliani in relazione allo stato federale attraverso le parole di Urutau Guajajara, linguista e fondatore dell’Università Indigena di Aldeia Maracana a Rio de Janeiro.
Historia do futuro, di Enrico Masi, Italia/Brasile, 2016, 51 min
Inalva Mendes Brito è una maestra di Rio de Janeiro. Per anni ha tentato con ogni mezzo di impedire la demolizione della sua casa e della sua comunità, Vila Autodromo, che fin dagli anni della dittatura porta avanti un progetto di convivenza pacifica.