Basso costo ma 'alta' soddisfazione per gusto e qualità. Coldiretti Toscana presenta all'Expo di Milano una classifica molto speciale, quella delle carni 'anti-crisi', che vedono svettare - in coabitazione - due tagli che sono dei sapori alla base della cucina toscana, come la trippa e - soprattutto - il lampredotto. Subito dietro, la guancia di vitella agli agrumi ed un altro classico come il bollito. L'occasione è stata quella di No Meat No Party, la giornata dedicata alla carne toscana nell’ambito della settimana del Made in Tuscany all’Expo di Milano.
“Il consumatore 2.0 riscopre valori antichi - spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli - Il nuovo paradigma dei consumi è guidato dalla necessità delle famiglie di risparmiare”. L’attenzione al prezzo si unisce alla razionalizzazione degli acquisti, per cui si compra ciò che è essenziale. Infine si riducono le quantità per evitare inutili sprechi. I consumatori sacrificano la quantità, ma non la qualità; sono disposti alla mobilità per fare la spesa e si rivolgono volentieri ai farmer market; riscoprono il valore dell’alimentazione come esperienza domestica".
Una riscoperta del passato, con la tradizione da riscoprire assieme alle ricette delle nonne, saporite, gustose e soprattutto molto economiche. Scorrendo la graduatoria - dove svettano i tre tagli citati in precedenza - troviamo stracotti e stufati declinati in mille modi (tra cui il Peposo dell’Impruneta, lo stufato alla Sangiovannese) ex aequo con lo spezzatino con le patate. Un po’ più caro, ma sempre sotto i cinque euro per porzione, è preparare fettine alla pizzaiola con il modesto ma saporito campanello o gli involtini all’uccelletto (arricchiti con una fetta di rigatino e una foglia di salvia). Piatti che hanno anche il pregio del "riutilizzo": gli avanzi tritati e insaporiti con prezzemolo, sale,pepe e noce moscata, insieme a mollica di pane e formaggio grattato diventano polpette e polpettoni a costo zero o quasi.
Come viene scelta la carne? Il consumatore è diventato molto attento sulla valutazione dell'origine, posizionata come primo fattore di scelta dal 76% degli intervistati, le caratteristiche nutrizionali interessanti per il 65%, le modalità con cui sono allevati gli animali valutate con attenzione dal 64%, la tracciabilità dell’animale lungo la filiera importante per il 62 per cento.
"Le risposte che ci hanno dato dimostrano che i soggetti a cui proponiamo i nostri prodotti sono cambiati e maturati - conclude Marcelli - La domanda si sposta sempre più dalla quantità all’attenzione per il territorio e sulla “memoria”".
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