Al Festival del Sole della Toscana, il “Tuscan Sun” 2012, per la prima volta a Firenze dopo nove edizioni cortonesi, l'ospite d'onore è John Malkovich, star del cinema e del teatro, attore di grande spessore e espressività.
Venerdì 15 Malkovich, prima di recarsi al cinema Odeon, al “Tribeca Firenze”, per salutare il pubblico in sala alle proiezioni dei film che lo vedono protagonista, "Le relazioni pericolose" e "Il gioco di Ripley", ha incontrato i giornalisti per presentare una sua particolare performance che si terrà domenica 17 al Teatro della Pergola. E' "John
Malkovich
e
i
Technobohemians", una performance originale che unisce voci
recitanti,
musica
e
video.
La serata si aprirà con il concerto "Whichita Vortex Sutra" di Philip Glass, cui seguirà "Factory of Silence", un brano che prevede una voce recitante, proprio quella di Malkovich. Una pièce scritta dallo scultore spagnolo Juan Munoz nel 2000, le cui musiche sono firmate Alberto Iglesias. Un artista, Munoz, che è stato tra i primi a tornare all'arte figurativa intorno al 1985, ma nelle cui opere riecheggia il minimalismo della concept art. Alberto Iglesias, con cui Munoz aveva collaborato, ha messo in musica l'opera in collaborazione con lo stesso Malkovich, che ha seguito l'opera fin dalla sua stesura iniziale, quando era stata concepita per essere eseguita alla Tate Gallery di Londra. Arte, musica, teatro videoarte si fondono nella performance.
Ad affiancare Malkovich tanti artisti: la pianista russa Ksenia Kogan; Maxim Vengerov, pietra miliare del violino a livello mondiale; la giovane violinista sarta Anna Tifu e tanti altri artisti che per l'occasione si sono dati la definizione di “Technobohemians”.
Sono le due e mezzo di un pomeriggio assolato di giugno, e Malkovich riceve i giornalisti sul palco del Teatro Verdi di Firenze. Visto il titolo della sua performance, "Factory of Silence", una giornalista chiede “Cos'è per lei il silenzio?”. “I like silence. I don't like noise” (amo il silenzio, non amo il rumore), risponde laconicamente l'attore, senza voler aggiungere altro.
Prima che la conversazione scivoli sull'approfondimento della metafora del silenzio si passa al suo rapporto con il cinema. John Malkovich, non lo dimentichiamo, ha lavorato a Firenze, in “Ritratto di signora”, di Jane Campion, ha interpretato “Il tè nel deserto”, di Bernardo Bertolucci, è stato uno dei protagonisti di “Educazione siberiana”, il film di Gabriele Salvatores tratto dal romanzo di Nicolai Lilin, e in Italia è conosciuto soprattutto per le sue interpretazioni di film di successo, più che come attore di teatro.
“Non sapevo che Bertolucci fosse presente a Firenze. Sto cercando di capire se è ancora in città per andare a salutarlo”, commenta Malkovich, quando gli dicono che il maestro del cinema italiano era ospite del Premio von Rezzori che si è tenuto giovedì 14 al cinema Odeon.
“Sto lavorando come attore al film “Chavez”, diretto e interpretato dal regista messicano Diego Luna, mentre i prossimi film saranno il sequel di “Red”, con Bruce Willis e “Labor day”, che mi vede impegnato come produttore, la storia di una madre e di un figlio che scoprono che in casa si nasconde un evaso”.
"E cosa succede poi?" - Gli chiedo-. “Spiacente, dovete guardare il film”, risponde sorridendomi e guardandomi di tre quarti, facendomi ricordare di essere davanti ad John Malkovich, mostro sacro del cinema mondiale, al quale Spike Jonze ha dedicato il film che si intitola “Essere John Malkovich”, come dire una persona con uno stile unico e inimitabile.
"Chi apprezza di più tra i registi italiani?" - gli chiede un altro giornalista -. “Purtroppo non ne conosco molti. L'ultimo che ho visto e molto apprezzato è “Gomorra” di Matteo Garrone. Ma il libro di Saviano l'ho apprezzato molto di più, perché tratta più argomenti di quelli trattati dal film”. Giusto il tempo di fare qualche altra domanda sul calcio - “mia moglie è piemontese e tifo per il Torino” - sull'Oscar mancato, sul suo rapporto con i "technobohemiens", poi lo staff lo richiama ai suoi impegni e alla prove dello spettacolo. “Faccio questo spettacolo perché mi piace e mi piacciono le persone con le quali lavoro. Non seguo il profitto”.
Ci saluta dandoci realmente l'impressione di una persona che segue la propria ispirazione e la cui agenda è dettata dai progetti che più ama.
Cultura/ARTICOLO
Tuscan Sun Festival attesa per Malkovich
Domenica 17 al Teatro della Pergola (FI)

John Malkovich