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Un imprenditore su dieci dall'usuraioConfesercenti lancia l'allarme

Sono ottomila gli imprenditori toscani che finiscono nel giro malato degli strozzini. E le denunce di usura continuano a crescere

/ Redazione
Gio 27 Febbraio, 2014
usura

In Toscana almeno un imprenditore su dieci si rivolge agli strozzini per mandare avanti l'impresa. Un esercito di 8mila persone apre il canale dell'usura perché fugge dai rubinetti chiusi delle banche e, preso dalla disperazione, finisce per alimentare la linfa malata dell'economia mafiosa. E le denunce di usura continuano a crescere anche in Toscana.

L'allarme è stato lanciato da Massimo Vivoli, presidente regionale di Confesercenti, in un incontro organizzato da Sos Impresa e Rete per la legalità. La Toscana, dunque, non può più considerarsi isola felice, lontana degli intrecci tra economia e mafie. L'abbraccio mortifero dell'usura e del racket approfitta della crisi economica, la più grave dai tempi della seconda guerra mondiale, e mette in moto la penetrazione nel territorio toscano di clan criminali.

“Sappiamo bene -  ha detto il presidente Vivoli - quanti sono i commercianti che si rivolgono alle nostre sedi per denunciare l’impossibilità di avere accesso al credito, ai finanziamenti necessari per proseguire la propria attività. A tale proposito è importante sottolineare il ruolo dei Comfidi che, in questi anni bui sono riusciti a dare sostegno alle Pmi”.

Per questo il presidente Vivoli si rivolge direttamente al nuovo governo guidato da Matteo Renzi: “Al nuovo esecutivo chiediamo di mettere nell’agenda anche i problemi che la nostra realtà produttiva sta vivendo, rivedere la legge antiusura in grado di potere individuare  anche quelle figure camaleontiche, ben mescolate con la realtà economica sana dei territori”.