Dovremo aspettare ancora qualche giorno prima di conoscere il verdetto per la candidatura italiana a bene immateriale dell’Umanità. E’ slittata infatti la decisione della Commissione Unesco a Roma, rimandata al prossimo 26 marzo. Così va avanti la sfida tra i due pretendenti: gli artigiani della pizza napoletana e la Luminara di San Ranieri. Sfida che ha raccolto anche la Rete dopo che intoscana.it aveva lanciato appena una settimana fa l’hashtag #LuminaraUnesco, per sostenerne la candidatura. In moltissimi hanno abbracciato la campagna social, con foto e commenti su Facebook e Twitter. Cittadini, turisti, assessori, politici, sportivi hanno spiegato il loro personale motivo con testi, foto e selfie, per cui vorrebbero vedere la Luminara di Pisa volare idealmente a Parigi, nella sede internazionale Unesco, insieme ad altri 50 gioielli di tutto il mondo.
La Luminara è un’antica tradizione locale, che risale al Seicento. Ogni anno, in occasione di San Ranieri - circa settantamila lumini, deposti in bicchieri di vetro liscio e appesi in telai dipinti di bianco, disposti lungo i palazzi, richiamandone le sagome architettoniche. Vere e proprie cornici di luce che esaltano la bellezza di ponti, chiese e torri del Lungarno pisano. La Torre Pendente è invece illuminata con padelle ad olio, collocate sulle merlature delle Mura urbane di Piazza dei Miracoli, in riva alle acque dell’Arno, vengono posti migliaia di lumini, in una scenografia suggestiva. La tradizione della Luminara si celebra dal 1688, anno in cui, il corpo di Ranieri degli Scaccieri – morto nel 1161 – venne traslato nel Duomo di Pisa. Era il 25 marzo. Quel giorno si tenne una grande festa cittadina che i pisani officiano ancor oggi. Vedremo a breve se questa tradizione sarà riconosciuta Patrimonio dell’Umanità, intanto la Rete può continuare ad esprimersi e far sentire la propria voce, con un tam tam che arrivi diretto fino alle stanze di Roma dove a fine mese sarà annunciato il verdetto finale.