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Università toscane al top: Sant'Anna e Normale sul podio

Secondo la classifica della rivista inglese “Times Higher Education” i due atenei d'eccellenza pisani sono primi in Italia e nella top 200 delle migliori università al mondo

/ Redazione
Gio 22 Settembre, 2016
Normale di Pisa

Le università d’eccellenza pisane si confermano ancora una volta tra le migliori al mondo. Secondo la classifica 2016 della rivista inglese“Times Higher Education”, il “World University Ranking 2016” - che prende in esame 980 atenei distribuiti in 79 paesi di tutto il mondo - la Scuola Nomale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, entrambe di Pisa, confermano rispettivamente la prima e la seconda posizione tra le università italiane e entrano nel gruppo degli atenei top 200 al mondo.

Questo ranking ha visto consolidare negli anni la sua attendibilità, grazie alla metodologia e al fatto che, per essere presi in considerazione, gli atenei devono sottostare a una serie di rigidi requisiti, preliminari alla valutazione. Ad esempio, è necessario presentare almeno 200 pubblicazioni censite nella banca dati “Scopus”, riferite agli ultimi cinque anni, per un totale di mille pubblicazioni.

Quanto all’Italia, i dati confermano il ruolo strategico per il sistema Paese e la proiezione internazionale delle scuole universitarie superiori di Pisa, con la Normale e il Sant’Anna ai vertici. Quest’ultima, in particolare, trova conferma dell’exploit della scorsa edizione, tenuto conto della sua età - nel 2017 saranno passati 30 anni dalla fondazione - che l’aveva portata nella top ten mondiale delle giovani università, con meno di 50 anni dalla fondazione, diffusa sempre da “Times Higher Education” a marzo 2016.

“Insieme alla Normale – commenta il rettore della Sant’Anna, Pierdomenico Perata – manteniamo le nostre posizioni per l’Italia, a fronte di un aumento degli atenei presi in esame, confermandoci nella top 200 mondiale. L’Italia è il paese europeo con i minori investimenti in ricerca eppure il nostro sistema di formazione e ricerca ha confermato di essere competitivo e, visti i requisiti stringenti per essere ammessi, è già una notizia positiva che sia aumentato il numero di università del nostro paese prese in considerazione dal ranking.”