Cultura/ARTICOLO

Val d’Orcia, caleidoscopio di piante e animali

Dall’Erba Carolina al tasso, i molteplici volti naturalistici delle Crete Senesi

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

In generale il territorio delle Crete Senesi viene considerato un’area arida e semidesertica, non adatta ad ospitare una grande varietà di piante e animali, al contrario di molte altre subregioni della Toscana, dominate dal verde e dalle acque. In realtà al fianco dei calanchi e delle biancane sorgono spesso dei veri e propri santuari naturali popolati da specie molti interessanti a partire dalle splendide orchidee di cui la Val d’Orcia può vantare una quarantina di tipologie diverse. Fra le piante della Val d’Orcia c’è anche la Carlina Acathifolia, conosciuta volgarmente come Erba Carolina: la leggenda vuole che Carlo Magno in transito nel senese fosse costretto a fermarsi a causa di un’epidemia che stava decimando i suoi uomini. Un angelo gli suggerì di prendere l’arco e di tirare una freccia: la pianta che avesse colpito, avrebbe guarito il suo esercito. Carlo Magno fece ciò che gli era stato detto e colpì un ciuffo d’erba, che venne utilizzata per guarire le sue truppe. La pianta assolse così bene il suo compito che da allora in poi venne chiamata Erba Carolina. Anche per quanto riguarda il regno animale la Val d’Orcia offre molto sorprese. Sulle strade bianche che percorrono la campagna non è raro imbattersi in istrici, animali dalle abitudini notturne, che durante il giorno riposano tra le rocce o in tane scavate in terra grazie ai loro robusti unghioni. A questi roditori dal musetto grazioso e dagli aculei micidiali si affiancano le volpi e le donnole, animali eleganti e famelici, da cui si guardano attentamente gli allevatori della zona. Poi ci sono i tassi a strisce bianche e nere, piccoli mustelidi che generalmente vivono in aree boscate, ma che possono frequentare anche zone aperte purché ci sia quel minimo di vegetazione che permetta loro di occultare le tane. I cieli delle Crete Senesi ospitano naturalmente una grande varietà di uccelli; si va dalle specie più comuni come la cornacchia grigia e la gazza, alla tenera upupa, con il tipico pennacchio e il becco lungo e sottile. Ci sono gufi, barbagianni e allocchi e anche il piccolo assiolo, che con il suo lamentoso “piùù” notturno aggiunge una nota caratteristica ai rumori della vallata.