Nato a Firenze nel 1896, Vasco Magrini incarna il modello di pilota e condottiero dell'aria nei primi anni del '900, quando le nuove scoperte tecnologiche inneggiavano alla nascita di un uomo nuovo, futurista, moderno, proiettato in un mondo dominato da nuove e veloci macchine di aria, terra e acqua. Ottenuto il brevetto di pilota a soli venti anni, nel 1916, diventa istruttore di volo durante la Grande Guerra. Fu uno dei fondatori del campo di volo di Campo di Marte a Firenze e dette vita al primo AeroClub fiorentino.
Le imprese aeree di guerra di aviatori come Francesco Baracca e Gabriele D'Annunzio, poeta-vate pescarese, ma vissuto a Firenze nel periodo dal 1894 al 1904, furono con molta probabilità un modello al quale ispirarsi per una generazione di giovani, tra cui Vasco Magrini, desiderosi di affrontare i limiti dell'aria. Sul finire della prima guerra mondiale Gabriele D'Annunzio, alla guida di uno stormo con altri 11 velivoli, sorvola in segno di vittoria il cielo austro-ungarico inondandolo di manifestini tricolori, mentre nell'immediato dopoguerra il poeta-vate progetta una transvolata, realizzata insieme all'aviatore Ferrarin, da Roma verso Tokio, che rimane una delle imprese aeree più importanti di tutti i tempi: una trasvoltata di 18000 chilometri che fu celebrata nella capitale del Giappone con 40 giorni di festeggiamenti.
Anche Magrini, sulle orme del maestro, nel 1921 compie un volo a scopi propagandistici per il lancio di volantini, che costerà la vita all'amico e collega Luigi Pontecchi. Di lui si ricorda l'”audacissimo” volo da campo Toledo di Milano al Campo di Marte di Firenze, insieme al fratello, durante il quale dovette attraversare gli Appennini affrontando una situazione climatica estremamente difficile. Ma per Magrini niente sembrava impossibile una volta alla guida del suo velivolo. Nel 1922 si sposò con Irma Barontini e parti in viaggio di nozze su un Nieuport 10. Nel 1923 Magrini collaudò il primo aereo a reazione, la cosiddetta “botte volante” progettata dall'ingegnere friulano Antonio Mattioni.
Ma è del 1927 la sua impresa epica: la sfida con il suo Hanriot lanciata al pilota automobilistico fiorentino Emilio Materassi, pilota della Bugatti 35C: una gara di velocità che si tenne all'Ippodromo di Prato e che vide vincitore proprio Vasco Magrini. Erano ancora gli anni nei quali gli aerei cercavano di contendere alla automobili primati di velocità. Vasco Magrini morì a Luni nel 1961, proprio in un incidente aereo.