di Kinzica Sorrenti
Ogni tappa riserva piccole sfide, ma i pellegrini del viaggio Artusiano sanno quando è il caso di andare avanti, superando i propri limiti, e quando invece è meglio lasciare il passo alla ragione.
Da Modena a Reggio Emilia i chilometri da macinare non sono molti, i pellegrini di #artusiapiedi sono abituati a superare distanze notevoli e 26 chilometri ormai sembrano un gioco da ragazzi. Il piccolo gruppo con decisione continua il suo solitario cammino, ma non si sente mai veramente solo, perché con sé porta una regione intera, i suoi prodotti e i suoi produttori. Fantasticando un po’ si riesce a immaginare un fiume di persone che tra sorrisi e piccoli cenni di fatica, attraversano l’Italia per portare la propria regione nel luogo in cui il mondo si da appuntamento.
Il viaggio porta a incontrare Correggio, la città natale di Ligabue, dove i pellegrini hanno acquistato un po’ di pane per il pranzo frugale. Lungo la via Reggio il paesaggio scorre lentamente come in un vecchio film, in un tempo sempre più fluido che sembra sciogliersi come la neve sotto i primi raggi di sole in primavera. Passo dopo passo, i pellegrini raggiungono Budrio, una piccola città circondata da vigne, ed è qui che decidono di fermarsi per una breve ma irrinunciabile sosta. Il pranzo al sacco potrebbe prevedere Lambrusco & Pop Corn, come canta il Liga ma, trattandosi del cammino della Toscana, i viandanti si gustano un vino bianco toscano e della soprassata senese.
Dopo la sosta ristoratrice, si è presentato il primo grande ostacolo sul percorso Artusiano: un viadotto autostradale. Immagino che anche i viandanti che percorrevano le antiche vie di pellegrinaggio, come la Via Francigena, di tanto in tanto, accettassero i passaggi di qualche anima pia. E così si è conclusa la quarta giornata di cammino, alle porte di Reggio nell’Emilia.
Superata la piccola sconfitta personale, per i pellegrini arriva l’ora di cenare nella bella piazza Boiardo Matteo Maria a Scandiano, dove due chef, uno toscano e uno emiliano (ma con un cognome molto fiorentino), stanno preparando un menù davvero sublime. Stasera a ospitare i camminatori è il ristorante “Osteria in Scandiano” e il suo chef si chiama Andrea Medici, un cognome importante per un cuoco di rilievo: Andrea rappresenterà l’Emilia Romagna ad EXPO2015 durante il mese di maggio! La sua osteria serve solo menù di terra e così Massimo Bucci, il cuoco toscano, ha voluto rispettare questa tradizione.
I due cuochi hanno lavorato a un solo menù con forti, fortissimi, richiami al territorio toscano che prevedeva un bocconcino di salsiccia toscana DOP al Monteregio, il fegatello di Maiale steccato al finocchio con pere caramellate e la mitica pappa al pomodoro tra gli antipasti. La cena poi è continuata con il nido di sfoglia all’uovo con ricotta di Angela Saba e bietola di campo e il cacciucco di cinghiale in dolce e forte con ceci neri di Sorano (da premio nobel del gusto). I commensali sono stati infine coccolati dall’italianissima zuppa inglese, accompagnata dai cantucci e da un sensuale vino passito di merlot. Prima di andar via, l’oste ha voluto deliziare i pellegrini con una degustazione di Aceto Balsamico Tradizionale invecchiato di 50 anni, un capolavoro della natura e dell’uomo.
Con un omaggio alla Toscana così gustoso i pellegrini possono riposare meglio per affrontare la quinta tappa, Reggio Emilia – Parma.
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