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Via libera al piano paesaggisticoPiù facili gli interventi edilizi

Esclusi i centri storici, Regione e ministero dei Beni culturali rendono più semplice riqualificare degli edifici in aree degradate delle città. Così come lungo fiumi, laghi, boschi e zone costiere senza valore paesaggistico

/ Redazione
Ven 5 Dicembre, 2014

Niente autorizzazione paesaggistica per 32 interventi di riqualificazione degli edifici in aree urbane che Regione e ministero dei Beni culturali risconoscono come degradate. Sono però esclusi i centri storici. Sarà più facile intervenire lungo fiumi, laghi, boschi e zone costiere dove non esiste valore paesaggistico per Regione e Mibact.

Questi i punti principali delle modifiche al piano paesaggistico approvati dalla giunta regionale dopo le 605 osservazioni pervenute a Palazzo Strozzi Sacrati. Ma dietro c'è anche un'intesa sottoscritta alla sede del Mibact a Roma il 28 ottobre scorso.

“Le modifiche apportate in recepimento delle osservazioni – ha detto l'assessore Anna Marson - sono state l'occasione per migliorare i singoli contenuti, chiarendoli e precisandoli ove necessario anche per non dare luogo a interpretazioni incoerenti e per renderne più efficace l'applicazione”.

Molto estesa la partecipazione alla formazione del piano. Sono stati tenuti circa 70 incontri fra il marzo del 2013 e il giugno del 2014 con enti locali, associazioni di categoria, di cittadini, associazioni culturali e ambientaliste. Il piano è stato presentato e discusso in due serie di incontri nei diversi territori tra l'estate del 2012 e la primavera del 2013. Ciò ha permesso di approfondire con attenzione i temi in discussione con le amministrazioni e le popolazioni interessate.

“La discussione che si è sviluppata nel complesso intorno al piano – ha detto ancora Marson - ritengo che dia un contributo importante alla questione del rapporto tra paesaggio e attività economiche, agricoltura compresa. Il tema del paesaggio rispetto alle attività agricole, in particolare, è un tema che sta diventando centrale anche rispetto alle politiche europee e nazionali. In questo caso la Regione Toscana può dire di avere già avuto modo di approfondire l'argomento”.