Dopo il vino arriva sulle tavole di tutta Italia anche il formaggio prodotto dai detenuti alla Gorgona. Sull’ultima isola-carcere dell’Arcipelago toscano vivono una cinquantina i carcerati della colonia penale a cielo aperto, dove vengono sperimentati modelli nuovi di riabilitazione e recupero.
Come il progetto sociale 'Frescobaldi per Gorgona' che vede la storica cantina produrre vino insieme ai detenuti e che adesso punta anche sui formaggi, in collaborazione con l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, che è partner dell’iniziativa. Una produzione limitata, solo 200 forme di latte vaccino, ovino e di capra, resa possibile dal giornalista e profondo conoscitore delle tecniche casearie Alberto Marcomini, che ha insegnato ai detenuti come realizzare formaggio di qualità.
Da ottobre i formaggi di Gorgona si troveranno sulle tavole di alcuni dei migliori ristoranti italiani, in primis l'Enoteca Pinchiorri che all'isola di Gorgona ha anche dedicato un piatto speciale.
''Sono convinto - ha detto Lamberto Frescobaldi, presidente dell'omonima azienda toscana - che i formaggi di Gorgona potranno conquistare il cuore di molti consumatori così come il vino e far conoscere al mondo un'isola incontaminata e selvaggia, l'unica rimasta in Italia, un modello da imitare per il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti''.
A rendere ancora più unico il prodotto sarà il packaging ideato dallo Studio Doni e Associati che ha anche realizzato l'etichetta del vino Gorgona, un bianco a base di vermentino e ansonica prodotto in 2700 bottiglie all’anno e coltivato nei vigneti dell’isola dai detenuti, sotto la supervisione degli agronomi e degli enologi dell’azienda Frescobaldi.
Attualità /ARTICOLO
Vino e formaggi dei detenuti Dalla Gorgona ai ristoranti
Il progetto di Frescobaldi si allarga: dopo il lavoro nei vigneti, i carcerati produrranno anche formaggio di qualità che troveremo sulle tavole di locali come l'Enoteca Pinchiorri di Firenze

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