L'agroalimentare toscano aumenta in sei anni – dal 2008 al 2014 – di 511 milioni di euro ed arriva a sfiorare l'1,8 miliardi di euro in esportazioni. Questa l'analisi realizzata dal servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, holding che controlla anche la Cassa di Risparmio di Firenze, e presentata nella sede dell'istituto fiorentino.
Dal rapporto – presentato agli imprenditori della filiera agroalimentare toscana dai vertici dell'istituto creditizio – si vede il trend positivo di richiesta dall'estero dei prodotti toscani: nei sei anni presi in esame, cioè dal 2008 al 2014, si vede come l'export del comparto alimentare abbia segnato un aumento del 39,3%, con quello delle bevande ancor più favorevole grazie ad un + 41,5%. Della totalità delle esportazioni, quasi un terzo ha interessato il Nord America (Stati Uniti e Canada). Sul mercato europeo il principale partner commerciale dei prodotti toscani è la Germania, mentre nell'Est Asiatico il risultato registra segnali positivi soprattutto in Cina dove, grazie alle bevande, il valore delle esportazioni è salito da 25 a 48 milioni negli ultimi sei anni.
Risultati che arrivano in un momento che ha visto affacciarsi sul commercio mondiale parte dei paesi dell'area BRICS ma anche realtà, come l'Indonesia, che crescono su prodotti molto lontani dalle tradizioni toscane, come quello degli oli destinati ad uso energetico. Una competizione che pone da un lato grandi gruppi dei nuovi mercati, dall'altro l'ampio tessuto di piccole e medie imprese italiane.
"La Toscana è la terza regione italiana per numero di imprese in rete, 1.029 ad inizio marzo di quest'anno - ha spiegato Pierluigi Monceri, direttore generale di Banca CR Firenze - Gli obiettivi di numerose aziende agroalimentari in rete spingono ad aggregazioni, con benefici per tutte le aziende in rete. La crescita dell'economia del territorio può passare attraverso questo processo di aggregazione, guardando all'export come punto di forza: una rete agroalimentare su quattro ha al proprio interno imprese legate al turismo, con sinergie di cui il territorio puo' direttamente beneficiarne".
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