"L'acqua nemica", due parole per esprimere un tormento, una paura che attanaglia l'uomo da secoli. Ne sanno qualcosa i fiorentini che - ogni volta che piove qualche goccia in più, guardano l'Arno attenti e vegliano timorosi gli argini, ripensando alla tragedia che colpì la città nel 1966. Certo è che non solo il capoluogo toscano ha patito le pene delle alluvioni: anche la storia recentissima ci racconta di rotture degli argini di fiumi e torrenti, di morti, raccolti distrutti, centri invasi dal fango. Un tema, quello delle alluvioni, che non conosce tempo rimanendo ancora troppo attuale.
Così, a quasi cinquant'anni dall'alluvione di Firenze, il Comitato Firenze 2016 - nato per sostenere iniziative di carattere scientifico, progettuale, museale ed elaborare proposte di messa in sicurezza di fiumi e territori - organizza un convegno che si terrà i prossimi 29 e 30 gennaio, nella Sala Comparetti dell'Università di Firenze, in Piazza Brunelleschi.
L'iniziativa, dal titolo "L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall’antichità al contemporaneo. A cinquant’anni dall’alluvione di Firenze", è curata da Concetta Bianca e Francesco Salvestrini e vedrà la presenza di docenti degli atenei di tutto il mondo. Un vero e proprio viaggio nella storia dei popoli e dei loro territori, delle soluzioni messe in campo per arginare il pericolo alluvioni. Interverranno tra gli altri, dopo l'apertura dei lavori a cura di Giorgio Federici, segretario del Comitato Firenze 2016, Gerrit Schenk (Technische Universität Darmstadt), Anna Esposito dell'Università La Sapienza di Roma che discuterà sul tema de "Le alluvioni del Tevere a Roma tra Medioevo ed età moderna", Claudio Pelucani della Chulalongkorn University di Bangkok e ancora Ignazio Becchi, dell'Università di Firenze, il suo intervento sarà incentrato su "L'alluvione del 1966".
Una full immersion di due giorni per capire quanto il passato possa insegnarci per rispondere alle problematiche moderne che - nonostante progresso e innovazione - sono le stesse dei tempi remoti: il proteggersi dalla furia incontrollabile dei corsi d'acqua e prevenire le inondazioni perchè - a quasi cinquant'anni da una Firenze invasa dal fango dell'alluvione - aleggia ancora un ragionevole timore che possa accadere di nuovo, soprattutto in un'epoca storica in cui i cambiamenti climatici e le sempre più frequenti bombe d'acqua, impongono di trovare soluzioni definitive a un problema annoso che non è più accettabile rimandare a domani.
Per il programma completo dell'evento:http://www.firenze2016.it/wp-content/uploads/2014/11/alluvione_pieghevole4.pdf
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