Passi lenti ma decisi. Doppio calzino per impedire alle scarpe di lesionare ulteriormente la pelle e le dita. Camminiamo sotto il sole di primavera, un calore profondo, a tratti aggressivo che rende tutto indubbiamente più bello ma anche faticoso.
Il percorso del Viaggio Artusiano prosegue da Bologna alla volta di Modena lungo l'antica Via Emilia. Non attraversa campagne né sentieri secondari: i pellegrini, zaino in spalla e acqua fresca, non si fanno certo intimorire dal traffico e dall'asfalto. Bisogna rispettare i tempi e arrivare a destinazione. Centrare l'obiettivo.
Sì, perchè questa è solo una delle 10 tappe che percorreranno i viandanti: da Firenze fino ad arrivare a Milano, per portare un pezzo di Toscana all'Expo e presentare le eccellenze della loro regione. Parliamo di prodotti tipici e quindi di cultura che, fisicamente e anche simbolicamente, i partecipanti si portano appresso per far conoscere al mondo intero le ricchezze della loro terra.
A pranzo, a Castelfranco Emilia, il gruppo si ferma a mangiare un panino: pochi ingredienti, di quelli semplici ma ricchi di gusto. Lardo di cinta senese, finocchiona, pecorino e Morellino di Scansano. Cosa chiedere di più? Magari un'oretta di riposo sull'erba del parco, ma non c'è tempo da perdere.
Camminando capita di sbagliare strada; si torna indietro; si studia il paesaggio; si chiede consiglio alle persone del posto. Per poi scorgere da lontano la meta: il cartello bianco che indica l'entrata in città, “Modena”.
La fatica, il sudore e la stanchezza passano di colpo e vengono subito ripagati dalla cena prelibata al ristorante L'Incontro di Carpi. In occasione di questo Viaggio Artusiano, lo chef del locale cucina con il collega viareggino del ristorante Nitens.
Un menù a 4 mani da leccarsi i baffi, che esalta sapori della Toscana e li mette a confronto con quelli altrettanto sublimi dell'Emilia Romagna.
Questo è lo scopo del viaggio: l'incontro tra culture, perchè solo parlando e interagendo con gli altri, si arricchisce anche la nostra anima.