Cultura/ARTICOLO

Carmignano: staffetta “dantesca” per salvare l’Abbazia di San Giusto

L’elegante edificio di culto giace da tempo in stato di abbandono, ma domenica 27 dicembre un gruppo di cittadini capitanati da Fabrizio Buricchi lancia una campagna per salvarlo

/ Federico di Vita
Mar 22 Dicembre, 2015
L’Abbazia di San Giusto a Carmignano

Nel territorio di Carmigano – in provincia di Prato – alle pendici del Montalbano, sorge dall’XI secolo l’Abbazia di San Giusto al Pinone, un elegante esempio di pieve cistercense lungo i percorsi battuti dai pellegrini medievali. Immerso in un raro bosco di agrifogli secolari, il piccolo edificio versa da secoli in stato di preoccupante abbandono. La sua controversa vicenda è fatta di misteriosi passaggi di proprietà che hanno finito per relegarlo addirittura al ruolo di stalla. È di appena quattro anni fa la scoperta, operata dall’assessore alla Cultura di Carmignano Fabrizio Buricchi, dei documenti che dimostrano come – malgrado la vulgata in paese fosse del tutto diversa – l’Abbazia sia divenuta sin dal 1893 di proprietà dello Stato, da quando cioè Tito Cinotti (esponente della famiglia che l’aveva trascurata fino al punto da tenerci gli animali) venne obbligato da un Regio Decreto a cederla in quanto non più utilizzata per fini di culto. In base alle carte dell’epoca sembrerebbe però essere il Comune a doversi occupare della manutenzione dell’edificio. La corrispondenza tra il piccolo centro e lo Stato proseguì fino al 1923, quando si registrò un appello allo Stato, nel quale Carmignano chiedeva la realizzazione dei lavori di manutenzione già allora “urgenti e inderogabili”. Abbiamo raggiunto telefonicamente Fabrizio Buricchi per conoscere più a fondo la storia di San Giusto e parlare dell’iniziativa privata pensata per salvarlo.

“L’abbazia è una bellissima chiesa cistercense costruita da monaci francesi, la loro impronta si vede bene nello slancio eccezionale per un edificio del periodo romanico. San Giusto è la tipica chiesa che si trova su un percorso di viaggio, siamo su una "traversa" della Via Francigena che passava per la Valdinievole. Qui infatti ci sono due chiese sovrapposte, una superiore e una inferiore, dedicata all’accoglienza dei viandanti, con un passaggio esterno che consentiva di ospitarli".

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La vicenda dell’Abbazia è molto intricata, cerchiamo di sbrogliarla e di capire perché è rimasta abbandonata.

“Alterne vicende l’hanno vista abbandonata a più riprese nel corso del tempo, già nel XVI secolo era segnalata in stato di abbandono. Nel 1893, quando ormai era una stalla, fu donata allo Stato. Lo Stato chiede al comune di Carmignano di rimetterla in sesto e renderla visitabile. Dagli anni ‘20 del ‘900 la chiesa si riteneva privata, l’inghippo nacque durante il fascismo quando fu ritenuta proprietà di una famiglia locale, ma la falsità di quest’informazione è saltata fuori appena quattro anni quando cercando – quasi per scherzo – i documenti negli archivi comunali è venuto fuori che San Giusto è di proprietà dello Stato”.

Che però non se ne vuole occupare…

“Noi abbiamo fatto il possibile per far capire alla Soprintendenza lo stato delle cose, mancano i documenti ufficiali – dice lo Stato – per ritenere definitiva la donazione di fine '800. Stando così le cose secondo loro il ripristino spetterebbe al piccolo comune di Carmignano, mentre invece noi vorremmo che questo bene che sta andando in malora fosse recuperato e messo in sicurezza dalla Soprintendenza”.

Per aggirare questa fase di stallo cosa avete pensato di fare?

“Costituiremo un’associazione, il cui primo obiettivo è trovare almeno 30.000 euro per riparare la copertura impedendo all’acqua di entrare rovinando le volte a botte duecentesche (la situazione delle vele del XIV secolo del transetto è in effetti critica, così come quella delle absidi, manca inoltre il tetto del campanile dell’anno 1000, n.d.r.), l’obiettivo è quello di sensibilizzare tutti e cercare di fare il possibile per il monumento. Per lanciare l’associazione abbiamo organizzato per domenica 27 alle ora 14:30 una maratona dantesca, che vuole anche essere il primo momento di raccolta fondi per la messa in sicurezza dell’Abbazia. Proprio ora che siamo al telefono stiamo aprendo dopo anni la porta principale per vedere com’è ridotta la chiesa all’interno, è un momento commovente e invitiamo chiunque a diventare per un giorno lettore di un canto della Commedia partecipando al salvataggio di questa bellissima struttura”.

[Per maggiori informazioni scrivere a: aiutasangiusto@gmail.com]