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Credito a Firenze: rallenta il finanziamento all'economia

Secondo il rapporto Irpet 2/3 delle aziende fiorentine ha difficoltà con le banche

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
 È stata presentata oggi a Palazzo Medici Riccardi a Firenze la ricerca Irpet “Il sistema del credito nella provincia di Firenze. Rapporto 2011”. Si tratta della seconda edizione di un'indagine mirata sul credito che vuole mettere a fuoco l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese del territorio.
Dall'indagine condotta su 836 imprese fiorentine a fine 2010 questa emerge che circa due terzi delle aziende intervistate non ha rapporti di credito con il sistema bancario (solo il 36% afferma di averne, una percentuale in calo rispetto al già basso 50% rilevato nel 2009) e che finanzia la propria attività produttiva quasi esclusivamente tramite l'autofinanziamento.

La situazione non pare di prossimo miglioramento: alla domanda se avessero intenzione, nel prossimo anno, di attivare un finanziamento bancario, il 94% delle imprese ha risposto di no. Le principali tipologie di indebitamento sono risultate il mutuo, lo scoperto di conto corrente e il fido. Uno dei risultati che più colpisce è l'utilizzo improprio dei finanziamenti a breve termine che risultano destinati ad investimenti di tipo strutturale (ristrutturazione o rinnovo di attrezzature, acquisto di immobili, investimenti in innovazioni di prodotto) che dovrebbero essere finanziati con strumenti a scadenza di medio/lungo periodo.
Questo dato ci conferma che la crisi non può considerarsi ancora superata, come testimoniato anche dalla scarsa domanda di finanziamenti per investimenti da parte del tessuto produttivo locale. Una domanda di credito quanto mai debole dunque, che si accompagna alla netta percezione del peggioramento della quantità e qualità del credito erogato dagli istituti bancari.

L'indagine mette in risalto quanto sia importante per le imprese fiorentine la prossimità funzionale e fisica del sistema bancario all'economia locale e l'esistenza di rapporti personali con la banca. La conoscenza diretta dell'impresa e la sensibilità verso il territorio rappresentano due elementi chiave per lo sviluppo di quei rapporti di credito stabili che costituiscono il cardine per la crescita dimensionale, la capacità innovativa e l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Soprattutto le piccole banche locali, più vicine al territorio, vengono percepite come portatrici di una spiccata sensibilità verso le esigenze delle piccole e medie imprese.

Dalle interviste effettuate questi elementi emergono con chiarezza: il ridotto ricorso al multiaffidamento, specie per le imprese più piccole, va di pari passo con la spiccata preferenza per le banche del territorio (scelte dal 34,6% delle aziende) che mostrerebbero una migliore capacità di soddisfare le esigenze delle imprese locali (per il 62,7% dei soggetti intervistati sarebbero in grado di offrire migliori condizioni di tasso e costi accessori applicati più vantaggiosi). Ma nel complesso il grado di soddisfazione delle imprese, grandi e piccole, nel rapporto con la propria banca cala ulteriormente: siamo passati dal 75% del 2009 al 67% del 2010, uno scontento che le aziende attribuiscono essenzialmente all'inasprimento delle condizioni di offerta di credito. A tal proposito le imprese denunciano che le maggiori criticità riguardano tanto la quantità di credito disponibile (31,4% dei giudizi negativi) che il livello di garanzie richieste (30,4% dei giudizi negativi).

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