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Depressione, la cura arriva dalla stimolazione magnetica

E’ fiorentino il primo studio scientifico condotto in Europa sulla nuova metodologia che viene dagli Usa

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
stetoscopio medicina medico ospedale
E’ stato pubblicato on line sulla rivista internazionale “Neuroscience” il primo studio scientifico condotto in Europa sugli effetti della stimolazione magnetica come metodo di cura della depressione che non risponde a cure farmacologiche preesistenti. Dietro al test un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche dell’Università di Firenze, guidati da Stefano Pallanti, direttore dell'Agenzia di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell'Azienda ospedaliero-universitaria Careggi.
 
Sessanta pazienti per tre settimane sono stati trattati con la stimolazione magnetica transcranica
- metodologia recentemente approvata per la depressione farmaco-resistente dall’Autorità sanitaria degli Stati Uniti (FDA-Food and Drug Administration). I soggetti hanno ricevuto sia la stimolazione di ambedue gli emisferi del cranio (a bassa frequenza sull’emisfero destro e ad alta frequenza su quello sinistro) sia la stimolazione a bassa frequenza sul solo emisfero destro.

Lo studio ha dimostrato che la stimolazione unilaterale a bassa frequenza sull’emisfero destro è più efficace e potrebbe essere la prima linea di trattamento in questo tipo di depressione: ad essa va attribuito un maggior numero di guarigioni (30%), rispetto a quelle osservate con la stimolazione bilaterale (10%).
 

“Si tratta di uno studio molto importante – ha commentato Stefano Pallanti - che sottolinea l’eccellenza in Italia della ricerca fiorentina in questo campo e che promuove una metodologia semplice nel trattamento della depressione farmaco-resistente: ulteriori studi dovranno confermare questi risultati su cui ci siamo anche confrontati a livello internazionale con il direttore del Centro per la Brain Stimulation della Columbia University di New York, Sarah H. Lisanby”.