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Economia: dopo 2009 nero, Toscana pronta alla ripresa

Segnali positivi in questi primi mesi del 2010: lo rivela il rapporto della Banca d'Italia

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Impresa
Il 2009 si conferma un anno nero per le imprese della Toscana: a rivelarlo è il rapporto sulle economie regionali della Banca d’Italia, che è stato presentato questa mattina a Firenze. Una flessione del 5% del PIL, un calo dell’8,9% delle esportazioni e una diminuzione del 15% degli investimenti: questi i dati negativi di una difficile congiuntura economica internazionale che ha penalizzato un po’ tutti i comparti.
A soffrire di più il settore manifatturiero, con un -16,5% della produzione, quello edile e le piccole imprese.

Ma i segnali di recupero non mancano: il sistema produttivo toscano nel 2010 sta lentamente alzando la testa, pronto ad agganciare il treno della ripresa.
In questi primi mesi l’export ha ricominciato a crescere e ci sono alcuni settori come il metalmeccanico che per tutto lo scorso hanno sono andati forte all’estero, in controtendenza rispetto ai dati italiani.

“La Toscana è una delle prime cinque regioni per le esportazioni e con la ripresa del commercio internazionale la situazione migliorerà – ha sottolineato il direttore della sede fiorentina della Banca d’Italia, Agostino Ardissone – le grandi imprese della meccanica, chimica e farmaceutica hanno un indotto positivo che giova a tutto il sistema”.
Buone notizie anche sul fronte dell’accesso al credito delle imprese, cruciale per innescare la ripresa, infatti nella seconda metà del 2009 il rallentamento dei finanziamenti concessi dalle banche alle aziende ha iniziato ad attenuarsi.
Dall’indagine emerge inoltre il ruolo fondamentale dei consorzi di garanzia collettiva toscani per aiutare le PMI: i confidi non solo garantiscono una porta d’accesso facilitata per assicurarsi fondi dalle banche ma consentono anche di ottenere un tasso di interesse più basso.

Nodo da sciogliere rimane il mercato del lavoro: nel corso del 2009 l’occupazione è scesa dello 0,5% e tenendo conto di tutti i cassaintegrati il tasso di disoccupazione arriva al 6,4%. Una crisi che ha colpito duramente i lavoratori più deboli: quelli a tempo determinato, i giovani e gli immigrati regolari.