Enogastronomia/ARTICOLO

Il Biscottificio Mattei di Prato nel 2017 festeggia 160 anni

I suoi cantuccini con pistacchi e mandorle sono uno dei simboli della Toscana

/ Redazione
Sab 8 Luglio, 2017

Si avvia a celebrare i 160 anni di attività il Biscottificio Antonio Mattei di Prato che vanta un francobollo commemorativo emesso come simbolo del made in Italy e premi alle Esposizioni di Parigi del 1867, quando venne inaugurata la Torre Eiffel. 


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Tutto comincia nel 1858 quando a Prato, in Via Ricasoli 22, Antonio Mattei aprì il suo Biscottificio con rivendita, e iniziò a sfornare un biscotto secco alle mandorle, una sua ricetta, che sarebbe diventato il Biscotto tradizionale di Prato. Iniziava così la storia di un legame fortissimo, che chi non è pratese difficilmente può capire, tra il Biscottificio e la Città. Da più di un secolo e mezzo non è domenica davvero, o “festa” nelle case di Prato senza i cantuccini nel Sacchetto Blu, o uno degli altri buoni prodotti che sforniamo, tutti ormai profondamente inseriti nella tradizione gastronomica italiana. Perchè la fama dei prodotti Mattei iniziò presto a diffondersi oltre i confini cittadini e regionali: la medaglia di merito nel 1861 all’Esposizione Italiana, la menzione speciale all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867. Oltre all’Artusi, i Biscotti di Prato hanno avuto fan illustri: Malaparte, Ardengo Soffici, Sem Benelli, Hermann Hesse; ed i Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Bill Clinton.

Nel 1908 l’attività passò ad Ernesto Pandolfini, che lavorava da tempo al Biscottificio e che continuò sulla stessa linea di alta qualità e creatività del fondatore. Ernesto ideò e sviluppò nuovi prodotti, come il Filone candito, i Brutti Buoni, il Biscotto della Salute; che oggi sono dei classici, rigorosamente disciplinati nella ricettazione e nelle cotture quasi quanto il Biscotto di Prato. L’azienda che produce i dei biscotti alle mandorle viene portata avanti dai quattro fratelli Elisabetta, Francesco, Letizia e Marcella Pandolfini.


Nella bottega storica, a due passi dal Duomo, del fondatore Antonio Mattei è preservata la ricetta a base di uova, zucchero e farina dei tipici biscotti, già apprezzati dal decano dei gastronomi italiani, Pellegrino Artusi, e sfornati almeno cinque volte al giorno, sotto la supervisione di Francesco, senza alcun uso di lievito e di burro. 

"Non smetteremo mai di ringraziare la nostra città - ha detto Francesco Pandolfini, che segue la produzione dolciaria - per il forte legame col nostro biscottificio. Per la presenza quotidiana dei pratesi, senza i nostri biscotti per loro non è Natale, e per le amorevoli osservazioni che ci hanno riportato sulla buona strada quando abbiamo sbagliato e al contempo ci hanno incoraggiato a sperimentare il cioccolato fondente e il pistacchio, mantenendo tipicità come il Pan di ramerino, la stracciata fiorentina, e il filone candito, un dolce nato per celebrare Firenze Capitale con ciliegie candite, in versione tricolore".

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