Cultura/ARTICOLO

Il Ministero dei beni culturali compra il Museo Ginori di Sesto

Il più antico museo d’impresa in Europa è diventato statale. Il ministro Franceschini: “Abbiamo salvato una collezione eccezionale, patrimonio italiano.”

/ Redazione
Mar 28 Novembre, 2017

È diventato statale il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia di Sesto Fiorentino: il più antico museo di impresa in Europa, testimonianza di una delle prime manifatture di ceramica e porcellana europee, è stato acquistato per 700mila euro dal Ministero di beni culturali e turismo. L'operazione non ha rilevanza soltanto sul piano culturale: il salvataggio del Museo, attualmente in stato di abbandono, è uno dei tasselli del progetto di rilancio dell'azienda, che dopo il fallimento del 2013 è stata rilevata dal gruppo Kering.

“È un impegno mantenuto, abbiamo salvato una collezione eccezionale, che è parte fondamentale del patrimonio italiano" ha commentato il ministro Dario Franceschini, che aveva annunciato la volontà del Mibact di acquistare il Museo e la sua collezione già qualche mese fa, proprio a Firenze, in apertura del G7 Cultura. Adesso il Museo Ginori verrà affidato al Polo museale della Toscana e quindi, assicura Franceschini, "entrerà a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei che si occuperà della sua tutela e della sua valorizzazione". Il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi, dal canto suo, rilancia l'idea di "una fondazione mista pubblico-privati con soggetti istituzionali e soggetti del territorio" per la gestione.

Il Museo di Doccia fu voluto dal marchese Carlo Ginori, che già dal 1737 aveva deciso di allestire uno spazio espositivo, ed è collocato accanto alla fabbrica di Sesto: l'edificio attuale è stato inaugurato nel 1965. La collezione comprende più di diecimila tra ceramiche e modelli. Fra le opere più significative, la Venere dei Medici che riproduce la statua della Tribuna della Galleria degli Uffizi, e il Camino coronato dalle riduzioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo. Ma sono da segnalare anche i pezzi disegnati da Giò Ponti (circa 400), in un percorso che arriva fino al servizio di bordo "Linea 72" disegnato da Joe Colombo per Alitalia.

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