Cultura/ARTICOLO

Il mito degli indiani d'America

Il 5 e 6 novembre da John Ford a Michel Mann

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
balla coi lupi
Nel 2012 ricorrono i cinquecento anni dalla morte, a Siviglia, di Amerigo Vespucci. A Firenze, che lo vide nascere il 18 marzo del 1454, la Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino ha deciso di dedicargli una grande mostra sugli usi e costumi degli abitanti di quel continente sterminato, l’America, che prese nome da lui, ed in particolare di quelle terre del nord ovest, in cui i coloni bianchi penetrarono a partire dal Seicento, nella loro avanzata verso il West, protrattasi per tutto l’Ottocento.

A Palazzo Pitti, in alcune sale della Galleria del Costume e nell’Andito degli Angiolini, fino al 9 dicembre 2012, è visitabile la mostra La Nuova Frontiera. Storia e cultura dei Nativi d’America dalle collezioni del Gilcrease Museum (Tulsa – Oklahoma). L’esposizione, la prima in Europa per quantità e qualità di opere presentate, vuole contribuire a sfatare una visione degli ‘Indiani’, oggi ormai obsoleta, ma perpetuata dalla filmografia americana degli esordi, che li dipingeva come coloro che si erano opposti all’avanzata della civiltà e del progresso.

In questo contesto non poteva mancare di legare la mostra alla filmografia del ‘900 dedicata al mito americano del West e agli indiani, in un ciclo di sei film in lingua originale con sottotitoli. La scelta è caduta su un classico come Ombre rosse di John Ford (1939) che, a inizio secolo, propone l’indiano come un selvaggio feroce, nascosto ma presente e minaccioso (si veda il famoso attacco alla diligenza). Uno stereotipo duro a morire ma oggi ormai sottoposto ad una revisione che ha ripristinato la verità storica con film come Soldato blu girato nel 1970 da Ralph Nelson, narrando la storia di uno dei feroci massacri di indiani da parte delle giacche blu, il Piccolo grande uomo, di Arthur Penn (1970) che si avvale dell’interpretazione di un giovane Dustin Hofmann, Un uomo chiamato cavallo, di Elliot Silver Stein (1970), per giungere al recente Balla coi lupi (1990) di Kevin Kostner, dove il protagonista trova proprio a contatto con i Nativi quella pace e quell’armonia che il suo mondo e la guerra gli avevano negato. Il ciclo annovera anche la riedizione cinematografica di un classico dell’avventura come L’ultimo dei Mohicani, di James Fenimore Cooper (1992), con la magistrale regia di Michael Mann.

Per informazioni:
www.odeon.intoscana.it