Cultura/ARTICOLO

"Il mondo che non c'era" l'arte precolombiana in mostra a Firenze

Fino al 6 marzo in mostra al Museo Archeologico Nazionale 230 opere d'arte dalla collezione di Giancarlo Ligabue

/ Costanza Baldini
Gio 17 Settembre, 2015
Maschera funebra, Cultura Chimù-Lambayeque, 1300 d.C.

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"L'umanità è una sola e non si può dimenticare, che nella storia del mondo non vi sono primi o secondi, grandi e piccoli, ma che in ogni popolo si ritrovano fermenti, origini, principi e radici di ciò che noi oggi siamo". Queste le toccanti parole del paleontologo ed esploratore Giancarlo Ligabue recentemente scomparso che ha dedicato una vita intera allo studio e alla ricerca delle antiche culture americane.

130 le spedizioni compiute da Ligabue in tutti i continenti, i cui "frutti", ritrovamenti memorabili sono andati a formare un'importante collezione di oggetti d'arte. Una parte di questa collezione conservata dal Centro Studi e Ricerche Ligabue di Venezia sarà ospitata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze insieme ad alcuni manufatti presenti nelle collezioni medicee e prestiti internazionali in occasione della mostra "Il mondo che non c'era. L'arte precolombiana nella Collezione LIgabue".

In tutto saranno in mostra 230 opere d'arte quasi tutte mai viste prima d'ora, espressioni delle grandi civiltà della cosiddetta Mesoamerica (Messico, Guatemala, Belize, Honduras, Salvador e Panama). La mostra racconta le Ande dagli Olmechi ai Maya, agli Aztechi, dalla cultura Chavin, a quelle Tiahuanaco e Moche fino agli Inca.

Fu proprio un fiorentino Amerigo Vespucci a comprendere che le terre scoperte da Cristoforo Colombo nel 1492 non erano isole indiane ma un mondo nuovo. E i Medici signori di Firenze furono tra i primi a volersi accaparrare alcuni degli affascinanti e spesso enigmatici manufatti provenienti dalle "Indie", furono tra i primi dunque a considerarli vere opere d'arte. Oggetti misteriosi che nei secoli hanno saputo ammaliare i pittori Diego Rivera e Frida Kahlo, i surrealisti Andrè Breton, Paul Eluard e lo scultore Henry Moore.

Pochi decenni dopo l'arrivo di Colombo le culture degli Aztechi e degli Inca erano già annichilite con le armi e la schiavitù e quella dei Taino totalmente annientata. Dovranno passare quattro secoli prima che l'Europa prenda nuovamente coscienza della grandezza dell'arte dell'America antica e per questo motivo molti aspetti di quelle culture ancora oggi sfuggono agli archeologi.

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