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La partecipazione passa dal Teatro Lino Guanciale e il "Ratto d'Europa"

Dopo il successo dello spettacolo a Modena sarà in scena a Roma il prossimo maggio

/ Simona Bellocci
Mer 8 Gennaio, 2014
Lino Guanciale

Europa, questa sconosciuta. Tutti europei a parole eppure questa fantomatica "Unione" appare perlopiù come una "chimera", una potenzialità inespressa. Se si pensa poi al senso di appartenenza che gli italiani hanno verso l'Europa, ecco che cadiamo nel buio totale. C'è ancora poca conoscenza del funzionamento dei meccanismi dell'UE e delle sue opportunità. A Firenze, il Festival d'Europa, prova da qualche anno a stimolare questo senso di appartenenza nei cittadini e - in altre parti d'Italia - ci pensa invece un innovativo progetto teatrale, "Il Ratto d'Europa", capitanato dal regista Claudio Longhi e dall'attore abruzzese Lino Guanciale, uno degli astri nascenti del teatro italiano, scelto anche da Woody Allen per la pellicola  "To Rome with Love".

L'obiettivo ambizioso è proprio quello di costruire partecipazione e senso di comunità, con uno spettacolo "corale". Lo stesso Guanciale ce lo racconta con sentimento. "Abbiamo iniziato un percorso molto particolare, un lavoro sulla ricerca di costruzione di un rapporto profondo con il pubblico per superare l'evidente crisi di presenze degli ultimi due decenni. Un pubblico teatrale di tradizione non c'è più,  per la maggior parte è occasionale. Esiste però tanto pubblico "appassionabile" - dice Guanciale - c'è desiderio teatrale inconsapevole, questa è la convinzione dalla quale siamo partiti noi "Ratti". Il progetto è una sorta di spettacolo-città, noi membri della compagnia seguiamo diversi laboratori attivi nel centro cittadino in cui teniamo la rappresentazione. L'abbiamo già fatto a Modena lo scorso aprile-maggio, lo faremo a Roma nella primavera del 2014. Entriamo in contratto strettissimo con studenti, anziani, volontari di associazioni, ragazzi o operatori di istituzioni, attraverso tanti laboratori. Da questi tiriamo fuori un tassello e ricostruiamo una specie di pantografia completa della città. In pratica ogni laboratorio contribuisce con un pezzo di testo per lo spettacolo. Facendo un lavoro complesso di distillazione, noi attori insieme al regista arriviamo alla fine di un percorso che dura quasi un anno, con l'elaborazione di un testo per lo spettacolo al quale contribuiscono circa 300 autori".

Insomma centinaia di cittadini-artisti che rappresentano la società nella propria interezza e varietà, che rappresentano sogni, speranze, convinzioni, ideali. Il teatro torna così ad essere luogo intimo, sentimentale, coinvolgente, unico. Una scatola magica nella quale liberarsi delle barriere e contribuire a scrivere nuove parole. Lino Guanciale ci sta provando, con entusiasmo. E il progetto è piaciuto anche fuori dai confini nazionali. "In Europa abbiamo trovato orecchie parecchio interessate perché la nostra è una formula inedita - spiega Guanciale - Quello che si porta in scena è l'idea che una città ha dell'Europa, come questa è vista da Modena e da Roma ma anche come noi italiani ci sentiamo percepiti dall'Europa stessa. Ci sembrava il tema più caldo del nostro presente e del nostro futuro. L'Europa è un oggetto culturale, politico, sociale, economico complesso sul quale c'è da prendere una posizione".

Così non si arresta la fame di cultura e di teatro di Lino Guanciale, un passato da rugbysta, il sogno di bambino di diventare medico e quello di oggi, far "risorgere" il teatro italiano e dare più valore ai prodotti televisivi. Lui, uno dei protagonisti di "Una grande famiglia 2", serie televisiva di successo su Rai Uno, lancia anche un invito a tutti gli italiani a credere di più in ciò che facciamo. "Il successo decretato dai numeri è bello, era la risposta che attendevamo per una serie televisiva così ambiziosamente nuova rispetto alle altre della nostra tradizione tv. Questa - ribadisce ancora l'attore - è la dimostrazione che noi italiani che ci critichiamo molto siamo invece capacissimi, se vogliamo, di realizzare bei lavori, anche televisivi. "Una grande famiglia" è capofila in questo ma non è l'unico prodotto di valore che la nostra televisione riesce a sfornare. Merito anche di una nuova generazione di scrittori, attori, registi che si approcciano alla televisione in maniera diversa. Pensavamo che la tv fosse una piccola dependance minore del cinema. Un grossissimo errore. Il panorama mondiale ci dice che spesso le novità partono dalla televisione per fare un percorso inverso e che anzi, la tv, può avere la funzione di un vero e proprio laboratorio. Guardiamo a quello che si fa in Israele, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti per la ricerca di nuove soluzioni per il linguaggio audiovisivo. In Italia non siamo poi così male come pensiamo, credo che i prossimi anni saranno ulteriormente ricchi di novità e progressi. Siamo sempre tanto bravi a elogiare gli attori e i registi di altri paesi ma anche in casa nostra non siamo da buttar via".

E' un fiume in piena Lino Guanciale. Giovane, serio, aperto. Il suo grande amore, il teatro, potrebbe essere la chiave di volta per riscoprire una società diversa e - perché no - per costruirla insieme. Lui, nel suo piccolo, ci sta provando. Con convinzione. Con passione sincera. E il suo Ratto d'Europa potrebbe coinvolgere anche altre città italiane, forse anche Firenze. " A noi della Compagnia piacerebbe moltissimo - rivela l'attore. Adesso aspettiamo Roma per vedere se sopravviviamo, dice poi scherzando. Però ci piacerebbe molto continuare ad esportare il modello". Insomma, il sasso è stato lanciato, vedremo se Firenze e la Toscana saranno pronti ad accoglierlo.