La Toscana nel 2010 torna a crescere ma è una ripresa nel complesso fragile, spronata da un aumento del Pil che sale dell’1% dopo un biennio di perdita, ma segnata dall’avanzare preoccupante della disoccupazione.
A rivelarlo è il rapporto della Banca d’Italia sull’economia della nostra regione, che è stato presentato a Firenze e che si mantiene in linea con lo studio dell’Irpet, reso noto qualche giorno prima.
Recupera il manifatturiero, con un +5,2% di fatturato e un +4% di produzione: a trainare il trend sono le grandi e medie imprese e quelle orientate all’export, che tocca l’aumento record del +15,4%.
La crisi ha stimolato l’innovazione, rivelandosi la carta vincente su cui ha puntato il 48% delle aziende del settore.
Rimane difficile invece la situazione dei 15 distretti industriali, che da soli rappresentano metà dell’occupazione nel manifatturiero: a frenare è proprio il modello delle piccole imprese, che nell’ultimo decennio hanno continuato a perdere competitività.
Buone notizie arrivano dai servizi, dove il fatturato è aumentato del 4%, e dal turismo: lo scorso anno gli stranieri che hanno scelto come meta la Toscana sono cresciuti del 7,8%.
La note dolente è invece il mercato del lavoro: nel 2010 il tasso di disoccupazione è salito al 6,1% e si sono persi 16mila posti di lavoro, concentrati nell’industria e tra i giovani, che restano le prime vittime del post-crisi. Ormai il 23% degli under 24 non ha un’occupazione e i ragazzi “inattivi” – né studenti, né lavoratori – superano il 17%.
Complessa la situazione del credito alle imprese: nello scorso anno i prestiti alle aziende sono cresciuti del 2% ma sono sempre di più quelle che non riescono a restituirli, rendendo le banche maggiormente attente nell’erogazione. I finanziamenti concessi alle famiglie sono invece aumentati del 5% e i tassi di interesse sono rimasti su livelli storicamente contenuti.
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La Toscana torna a crescere Lavoro e distretti punti critici
Secondo il rapporto della Banca d'Italia il Pil cresce nel 2010, trainato da export e innovazione, ma le piccole imprese soffrono e aumenta anche la disoccupazione: persi 16mila posti di lavoro
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