“Guardie e Ladri” è l’ultimo libro del fiorentino Luca Pagnini, da vent’anni in Polizia ma con la passione per la letteratura. Lui stesso ci racconta che la scrittura ha sempre rappresentato un po’ una cura per l’anima: “La penna è stata un po’ il mio lettino d’analisi e la poesia il mio analista” – ci confessa in questa intervista. “Guardie e ladri” è un libro di 15 racconti, a metà tra il giallo e il poliziesco ma che affonda poi, seguendo le storie dei personaggi, nell’aspetto psicologico, interiore. Quel che ne esce è un viaggio nell’anima di chi difende la giustizia e di chi - invece – la calpesta. Anche se – come in tutte le cose della vita – è sempre difficile distinguere il bianco e il nero, il bene dal male e qui, Pagnini, riesce a stupire con le sue storie, mai scontate.
Luca Pagnini, scrittore e uomo di Polizia, quali sono le regole – se ci sono - tra “Guardie e ladri”?
«Mi piacerebbe poter dire che, ovunque, le regole tra guardie e ladri sono quelle dei classici romanzi gialli, quelli in cui la lotta tra il bene e il male sembra ridursi ad una semplice partita a chi è più scaltro. Nella realtà questa visione “romantica” si scontra con la complessità degli esseri umani, con le loro passioni e, infine, con la cosiddetta macchina della giustizia. Nel libro ho cercato allora di contaminare i due aspetti, dando al lettore la possibilità di entrare, con delle trame “classiche”, in quei meccanismi che per la maggior parte delle persone sono sconosciuti e svelandogli così, quanto meno, le regole delle “guardie” ».
Il tuo libro è una raccolta di 15 racconti, uniti da un filo comune dell’indagine, non solo legata al poliziesco ma soprattutto psicologica, introspettiva, calata profondamente nella realtà. A quale dei tuoi personaggi ti sei legato di più? Quale il più sofferto?
«Com’è facilmente intuibile, ogni guardia del libro ha un pezzetto di me per cui, da una parte, potrei dire di essere legato a tutti, dall’altra però, essendo “tutti” un po’ troppi, scelgo quello più lontano perché gli sono anche un po’ riconoscente, l’ispettore Vegliardi. Vegliardi mi ha permesso di inserire nella raccolta un collegamento con gli aspetti più leggeri della mia professione che, fortunatamente, esistono. Se vogliamo, si è trattato di quella necessità di leggerezza che troviamo anche nelle barzellette sui Carabinieri, in quelle sugli amorazzi del personale ospedaliero o sulle piccole ossessioni di coloro che hanno a che fare con la salute mentale, un modo, insomma, per bilanciare con un sorriso la realtà di quei luoghi e di quegli aspetti più difficili per la convivenza umana. I più sofferti, invece, sono stati i personaggi nei quali è emerso forte il contrasto tra la legge esteriore, quella dettata dai codici, e la propria verità, nel libro ce ne sono diversi, indicandone uno solo mi sembrerebbe di fare un torto agli altri».
Nel tuo libro ci sono male e bene, proprio come nella vita. C’è il vero e l’inverosimile, che in certi momenti facciamo fatica a distinguere. C’è il colpo di scena, quello che non ti aspettavi. Siamo forse un po’ tutti guardie e tutti ladri?
«Il titolo del libro ha lo scopo di accostare la realtà creata per i personaggi al gioco che abbiamo, almeno una volta, provato tutti. La differenza tra gioco e vita è che nel gioco infantile è possibile essere prima l’uno, la guardia, e poi l’altro, il ladro, senza grosse conseguenze tranne qualche livido, mentre nel gioco da adulti, prima o poi la vita ci fa scegliere una parte, ma l’altra rimarrà come potenzialità inespressa dentro ogni individuo. Quindi, in definitiva, sì, secondo me potenzialmente siamo tutti un po’ guardie e un po’ ladri».
Hai iniziato dalle poesie e adesso scrivi libri. Come è nata e quando la passione per la scrittura?
«Devo confessare che è nata quasi per sbaglio, infatti all’inizio la mia più che una passione era una necessità. Ad un certo punto della mia vita ho avuto l’impellente bisogno di dare una forma a certi movimenti dell’animo, drammatici e gioiosi, che non riuscivo ad esprimere semplicemente parlando. La penna è stata un po’ il mio lettino d’analisi e la poesia il mio analista. Tale esperienza privata si è poi incontrata con alcuni lettori, che definirei accidentali, che mi hanno fatto notare anche il possibile valore estetico, oltre che di contenuto, dei miei scarabocchi. La loro insistenza, per la quale li ringrazio, è stata tale che alla fine ci ho creduto anche io, dalla poesia sono passato alla prosa e alla fine eccomi qua».
Il prossimo libro è già in ponte? Di cosa tratterà?
«Nell’aria ci sono un paio di raccolte di racconti, ispirate ad alcuni personaggi tratteggiati in Guardie e Ladri. Il progetto più ambizioso è invece un romanzo dove fatti storici importanti si intrecciano alle vicende di personaggi immaginari molto comuni».
Hai anche un blog. Il web può essere un’opportunità per i nuovi talenti della letteratura? Per te è stato utile?
«Certamente sì, la mia esperienza nel web mi ha permesso di migliorare il mio stile, soprattutto attraverso la frequentazione di Forum dedicati alla scrittura, e di entrare in contatto con il mondo dell’editoria indipendente. Il blog è stata la mia iniziale palestra di scrittura, lì ho cominciato a ricevere i primi riscontri “neutrali” su quanto scrivevo. Ci sono molto affezionato e anche se in questo momento non posso seguirlo come vorrei, rimarrà un punto di riferimento».
Firenze, la tua città. Già nel tuo blog l’hai omaggiata, scrivendo: “Oggi, per l’ennesima volta, sono passato per Por Santa Maria e sbucato all’angolo con via Vacchereccia ho rivisto e rivissuto Palazzo Vecchio così come lo vidi e vissi la prima volta che il mi' babbo mi portò in centro… Ogni volta che esco da quell’angolo e mi giro, e non sto correndo da qualche parte, e alzo gli occhi verso la torre di Arnolfo che scagliata al cielo mi sembra dire, come allora, “bambino, io posso tutto!”, ogni volta, per un attimo, il cuore perde un battito.E capisco quanto sia stato fortunato a nascere in un posto così”.
Hai mai pensato di renderla protagonista indiscussa di un tuo libro?
«Dire che amo Firenze in maniera viscerale è quasi riduttivo, renderla protagonista del mio primo romanzo è molto più che un impegno, è una specie di prova d’amore che spero di riuscire a superare presto».
La presentazione ufficiale di "Guardie e Ladri" si terrà martedì 26 febbraio a Firenze alle ore 18, presso Feltrinelli International, in Via Cavour. Sarà presente l'autore.
Cultura/ARTICOLO
Pagnini racconta "Guardie e ladri" La scrittura? Un lettino d'analisi
L'intervista allo scrittore fiorentino che ci presenta il suo libro. 15 racconti tra il giallo, il poliziesco e un viaggio introspettivo nella realtà, tra bene e male

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