I responsabili del morbo di Parkinson, che danneggiano il sistema nervoso, sarebbero dei piccoli aggregati proteici, gli oligomeri di a-sinucleina: la scoperta di queste molecole e della loro azione sabotatrice è stata fatta da un team internazionale di cui fanno parte i ricercatori dell'Università di Firenze, guidati dal professor Fabrizio Chini, docente di biochimica. I test di tossicità che hanno svelato i meccanismi molecolari alla base della malattia sono stati eseguiti in particolare dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche "Mario Serio" dell'Ateneo fiorentino.
Gli studiosi hanno isolato e stabilizzato due forme di oligomeri di a-sinucleina, una tossica e l'altra innocua, e ne hanno messo in luce la struttura e le modalità di interazione con le membrane biologiche, a livello molecolare, grazie a sofisticate tecniche di risonanza magnetica. La comprensione dell'aspetto strutturale ha chiarito in che modo gli oligomeri operano attaccando le cellule nervose causandone il danno.
"I risultati emersi da questo lavoro - spiega Fabrizio Chiti - hanno non solo un valore legato all'avanzamento delle conoscenze dei meccanismi della malattia di Parkinson, ma offrono anche la base molecolare per un possibile intervento terapeutico".
Lo stesso gruppo di ricerca fiorentino aveva contribuito a individuare una molecola in grado di scalzare gli oligomeri tossici di a-sinucleina dalla membrana neuronale permettendo l'avvio di una sperimentazione su 40 pazienti in corso dal maggio 2017 negli Stati Uniti approvata dal Governo e di cui sono attesi i risultati della prima fase entro fine anno. "Dai primissimi risultati - dice sempre Chiti - sembra che molti dei pazienti coinvolti nella sperimentazione negli Usa abbiano ricevuto benefici più che incoraggianti".