Sono migliaia le imprese piccole e piccolissime in Toscana. Con il 94,5% delle aziende attive rappresentano la quasi totalità del tessuto socio-economico. Occupano il 78% degli addetti e sviluppano il 65% del Pil. E nonostante la recessione, nel 2011 hanno macinato un fatturato che è andato oltre i 6.800 milioni di euro con un monte-salari che ha superato i 934 milioni. Le istituzioni, dunque, non possono non tenerne conto.
Ma rallentamento e recessione suonano le loro note stonate. Nel 2011 l'analisi del trend evidenzia una diminuzione del fatturato nell'artigianato pari a -3,9%. Non vanno bene né il mercato estero né quello interno. Soffrono le costruzioni, il manifatturiero, i servizi. Gli investimenti si sono addirittura dimezzati rispetto al 2010. Si salva solo il comparto di pelle e calzature che ha un picco positivo del +15,7%. Il mercato globalizzato e la crisi che non smette di mordere, stanno presentando un conto salato. Le banche danno credito con il contagocce e le imprese artigiane hanno il fiato sempre più corto.
Ma ciò che più preoccupa gli analisti è che non se ne vede la fine e che il bailame delle mille ricette sul piatto sfornate dalla pubblicistica quotidiana fanno zero soluzioni prese. La domanda, dunque, nasce spontanea: Piccolo è ancora bello? Il presidente di Cna Toscana Valter Tamburini, conterraneo del presidente della Regione Enrico Rossi, non ha dubbi e risponde di sì.
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Piccole e medie imprese: colonna dell'economia toscana
Rallentamento e recessione mostrano luci e ombre delle pmi. "Ma il fututo dell'economia - dice il presidente di Cna Toscana Valter Tamburini - non può che passare da qui". Nel 2011 fatturato di oltre 6.800 milioni di euro

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