Cultura/ARTICOLO

Premio Pieve Saverio Tutino: piccole memorie per la grande Italia

Riconoscimento per Carlo Lucarelli. Il 20 settembre a Pieve Santo Stefano sarà incoronato il "diario" vincitore, otto storie in finale

/ Simona Bellocci
Gio 17 Settembre, 2015

La memoria è come una piccola ruga su un volto. Cresce, si fa profonda, si modifica. Ti segna. E quella ruga che cresce con la tua vita non la cancelli più. Parla di te. Proprio come quella memoria che racconta l'esistenza di ogni singolo, anche la più semplice. Anche quella di chi non ha cambiato il mondo. Ogni storia di vita, insieme a mille altre, parla della nostra Italia. Badate bene, non quella che avete trovato sui libri di scuola, epurata dalle emozioni, bensì le vite dei "piccoli" dove la Grande Storia è come un fondale a teatro. Ma è quello che accade sul palco, nei camerini, nelle platee, nei caffè o dietro le scene dei mille teatri d'Italia, che va visto, guardato, ascoltato, incamerato nella mente.

A Pieve Santo Stefano - piccolo borgo aretino, zona di confine tra Toscana, Umbria e Emilia Romagna - la memoria è vita. Vita che si ritrova dentro migliaia di epistolari (se ne contano oltre settemila), raccolti nell'Archivio dei Diari voluto, nel 1984, dal giornalista Saverio Tutino. Non uno dei soliti all'archivi all'italiana, dove la polvere ha la meglio su tutto, piuttosto un luogo aperto a tutti, oggi anche grazie al digitale (è possibile consultare parte dell'Archivio direttamente in rete). Sono storie "aperte" che ogni anno si arricchiscono di nuovi diari, ai quali è legato anche il premio "Tutino", che torna in questo fine settembre (18/20), con il tema e gioco di parole "ComMemoriAmo 70-100", dedicato alle ricorrenze dei 100 anni dal primo conflitto mondiale e dai 70 dalla Liberazione.

In questo contesto lo scrittore e regista  Carlo Lucarelli si è aggiudicato il riconoscimento "Città del Diario", per aver portato il racconto della Prima e della Seconda guerra mondiale nelle case degli italiani, attraverso tutti i mezzi di comunicazione, dalle trasmissioni ai documentari, trattando la storia "ufficiale" e quella della gente comune, facendo ricorso alle testimonianze autobiografiche, fino a regalare al pubblico un resoconto completo e coerente. La premiazione si terrà il 20 settembre, nel pomeriggio che vedrà protagoniste anche le otto storie finaliste del Premio Tutino e la proclamazione del diario vincitore. Tra queste c'è quella di Emidio Boccanera e di sette anni d'amore, di lavoro, di passione politica, nelle file del Pci, negli anni Sessanta, o quella di Emilio Cianca, nato a Rieti alle fine dell'Ottocento. Nel suo diario protagonista è la Grande Guerra, la sofferenza, il desiderio di pace. Le tristi illusioni e le vane speranze.

E' il secondo conflitto mondiale a fare da sfondo - invece - al racconto di Ester Marozzi, maestra antifascista vissuta a Milano e a quello di Giuseppina Pendenza, coraggiosa mamma e moglie abruzzese che ci porta dentro la quotidianità rurale, nel mondo contadino e poi - successivamente a Roma. Anni di povertà,  dove si fa fatica a tirare avanti, a mangiare. A vivere.

Ancora racconti autobiografici quelli del toscano Giuseppe Salvemini, sottotenente durante la prima Guerra Mondiale, deceduto a 21 anni, a 12 mesi dal suo ritorno a casa per un'intossicazione da gas asfissianti e di Giovanni Viglione, sottufficiale della Marina Militare. Parlano invece dei nostri giorni i diari di Caterina Minni che ci porta dentro i mali della modernità come l'anoressia e di Giuseppe Novelli, un chirurgo dell'ospedale di Rimini, classe 1976. I suoi scritti rimandano all'esperienza in Burundi, come medico volontario.

Una storia, mille storie che si intrecciano sulla carta, dentro diari dei singoli che diventano memoria del mondo. Pieve Santo Stefano raccoglie quelle vite, quei ricordi, quelle emozioni. Ne fa memoria collettiva, condivisa. E' inchiostro che scorre su carta, sporcandola di momenti, senza filtri alcuni. Vita che è lì, pronta per essere letta. Un piccolo museo la accoglie. La conserva dentro cassetti digitali che sembrano la macchina del tempo. Li apri. E dentro ci trovi un mondo, altri mondi. Altre vite. Puoi aprirlo e richiuderlo quel cassetto ma la memoria è lì che ti aspetta. Là, dove i ricordi non muoiono mai. Dove le vite degli altri continuano a vivere, anche quando il tempo umano è finito. Ma la memoria, a dispetto della vita può essere immortale. Teniamola viva. 

 

Rivivi il Premio Pieve dello scorso anno e scopri la Città del Diario: il video