Ai piedi di Montepulciano, comune senese universalmente apprezzato per il fascino del dolce paesaggio collinare e la grande vocazione vitivinicola, un limpido ruscello traccia una vallata in una zona del territorio in cui, un tempo, i salici abbondavano. Qui, nella patria dell’inimitabile Nobile DOCG, un’ambiziosa azienda agricola ha instaurato le proprie radici, assumendo il nome di quello stesso corso d’acqua: Salcheto.
Fondata nel 1984, l’impresa comincia a dedicarsi alla produzione di vino solo nel 1990, specializzandosi sempre con maggior successo e dando vita ad alcune etichette d’eccellenza. Nel 1997 compare Michele Manelli, giovane ed intraprendente titolare che, con altri due soci, indirizza l’attività verso nuovi e più lontani orizzonti, investendo con determinazione in impianti e terreni. Un enorme impegno ripagato degnamente nel 2003, data di presentazione del Vino Nobile di Montepulciano Salco, vincitore di numerosi riconoscimenti.
Oggi a Salcheto vengono realizzate circa 230.000 bottiglie l’anno, la maggior parte delle quali destinate al mercato estero. Un traguardo, questo, raggiunto non solo grazie alla qualità del prodotto finale, ma anche alla passione ed ai valori che guidano i proprietari sin dagli albori. I principi chiave sono due, sensibilità ambientale ed attenzione al consumatore, entrambi egualmente importanti ed imprescindibili. È su queste basi che è stata progettata l’innovativa cantina “off-grid” di 3.400 metri quadri, completamente scollegata dall’energia elettrica ed ininterrottamente aperta ai visitatori. Una struttura ecosostenibile perfettamente integrata nel panorama circostante, costruita usufruendo dei fondi messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013. In totale sono stati impiegati 3.728.179,10 €, dei quali 1.203.997,72 concessi dalla Regione Toscana a titolo di contributo.
L’utilizzo di uno speciale sistema di specchi ricurvi per l’illuminazione naturale, la produzione di calore attraverso lo sfruttamento delle biomasse, l’allestimento di un impianto geotermico e dei pannelli fotovoltaici, il recupero delle acque piovane e la piantumazione di specie arboree e autoctone capaci di assorbire le emissioni “in loco” fanno di Salcheto un vero e proprio modello di riferimento nel settore. Come se non bastasse, l’impresa vanta persino primati mondiali nell’indicizzazione dell’impronta carbonica ed idrica (Carbon e Water Footprint), a dimostrazione dell’immenso peso che essa attribuisce al problema dell’inquinamento. Insomma, un’assoluta immedesimazione con la natura, così come il simbolo dell’azienda - il Salice - lascia intuire.
Per maggiori informazioni visitare il sito: