Recentemente, Riccardo Luna – uno che di innovazione se ne intende – ha presentato a Roma i primi 100 componenti di un nuovo progetto nazionale che prevede la nomina di un “Digital Champion” (ovvero un ambasciatore del web) per ogni singolo comune italiano. Più di 8 mila persone saranno quindi incaricate di diffondere e raccontare le opportunità che offrono le nuove tecnologie; di dare inizio a una vera e propria rivoluzione digitale “porta a porta”.
Tra questi nomi – annunciati alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi – molti sono toscani. Ma vediamo meglio chi sono e cosa fanno i digital champions.
“Come li definisce Riccardo Luna – spiega Mirko Lalli, originario di Pergine Valdarno, membro del direttivo per il turismo, Founder e CEO di Travel Appeal – sono degli ‘attivisti digitali’ che dovranno dialogare con il territorio, raccogliere spunti e nuove sfide per migliorare la situazione”.
“Questi ‘medici senza frontiere dell’innovazione’ avranno il compito anche di costituire un ponte con le amministrazioni pubbliche; – continua Lalli - tutto in maniera assolutamente volontaria e senza retribuzione.
L’incarico dei digital champions è quello di agire localmente, partendo dalle più piccole realtà territoriali, e andare a comunicare i vantaggi e le occasioni di crescita che la rete propone. A partire dalle nozioni di banda larga e big data.
In pratica, è esattamente quello che facevo prima e quello che continuo a fare ogni giorno: spiegare in che modo il digitale può facilitare la nostra vita e il nostro business“.
Mirko è anche l’ideatore del Travel Appeal Index, uno strumento che serve a misurare e individuare criticità e suggerimenti utili per migliorare la reputation di una destinazione, di un territorio o di una struttura.
Grazie alla quantità di dati che il motore intercetta ed analizza, è possibile conoscere le esigenze che caratterizzano il target di riferimento e, quindi, costruire delle scelte di marketing appropriate.
Qualche mese fa, questo strumento è stato messo alla prova per realizzare la classifica delle sei città in corsa per diventare capitale della cultura 2019 e, in linea con i risultati effettivi, dimostrava che la favorita era Matera.
“Sono un po’ dispiaciuto per Siena – ci confida – perché aveva un progetto davvero molto valido, ma Matera è una città meravigliosa e i nostri dati non hanno fatto altro che rilevare quello che le persone percepiscono”.
Resta da chiedersi: alla luce di questo matrimonio tra turismo e tecnologie, quale sarà il viaggio del futuro?
“Rispondo con una provocazione: ‘No one will buy tourism in the future’ [Neal Gorenflo]. Nel senso che, il turismo sta crescendo incessantemente, è l’unico settore che a dispetto della crisi continua a prosperare; eppure nessuno vorrà più comprare turismo in futuro: nessuno sarà disposto a pagare per un’esperienza 'standard' e stereotipata. Si cercherà sempre più un viaggio o un soggiorno autentico, un’offerta fatta su misura per ogni persona.
A conferma di ciò, basta leggere i dati e le statistiche di servizi come Airbnb: negli ultimi anni c’è stato un boom di richieste. Riassume tutto l’espressione inglese 'travel like a local'.
E’ proprio su questo che l’Italia deve concentrarsi: – conclude Mirko Lalli – per tornare ad essere ‘appetibile’ turisticamente deve fare leva e investire su creatività, identità territoriale e autenticità”.
Mirko Lalli sarà presente il 3 dicembre a BTO – Buy Tourism Online, al panel “Big Data, Measurement and Analytics”. In quell’occasione svelerà in anteprima una ricerca condotta su 10 città italiane (tra cui anche Firenze).