Cultura/ARTICOLO

Spagna e Italia nell’Europa del ‘500: una mostra agli Uffizi

Fino al 27 maggio 2018 nelle nuove sale dell’Aula Magliabechiana un’esposizione per indagare su contatti, rapporti, confronti tra le due nazioni

/ Redazione
Mar 27 Febbraio, 2018
Alonso Berruguete, Madonna col Bambino e san Giovannino, 1513-1514

Da martedì 27 febbraio e fino al 27 maggio saranno in mostra agli Uffizi i maestri del Rinascimento spagnolo come: Alonso Berruguete, Pedro Machuca, Bartolome Ordonez e Diego de Siloe. La mostra nelle nuove sale dell’Aula Magliabechiana presenta disegni di straordinaria qualità, frutto dei loro prolungati studi in Italia.

Le carte più belle e significative del corposo fondo di disegni custodito nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, per la maggior parte risalente alla donazione di Emilio Santarelli del 1866, ma avviato fin dalla fine del Settecento. In mostra Alonso Berruguete, formatosi fra Firenze e Roma uno dei primi testimoni di un linguaggio ‘rinascimentale’ a ovest dei Pirenei, Romolo Cincinnato e Pompeo Leoni, due degli artisti chiamati a lavorare in Spagna nei più prestigiosi cantieri reali, e Francisco Pacheco, Patricio e Eugenio Cajés, Vicente Carducho, protagonisti della stagione che chiude il Cinquecento in Spagna.

La mostra si articola in una premessa e otto sezioni e per ricollocare le singole creazioni grafiche nel loro contesto di provenienza, il percorso include anche sculture, dipinti, esempi di oreficeria e arti applicate, con l’intento di suggerire utili confronti ispirati a uno sguardo multidisciplinare.

“Attorno al sedicesimo secolo – spiega Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - le tendenze politiche e intellettuali dei regni spagnoli e dei territori italiani andarono avvicinandosi, con la conseguenza di continue e inattese sovrapposizioni, dal pontificato di papa Alessandro VI Borgia alla conquista dei domini napoletani, dall’annessione del ducato di Milano all’affermazione stabile dell’influenza spagnola sulla penisola italiana”. Questa situazione portò anche a più stretti legami in ambito culturale, favoriti inoltre dalle rotte commerciali che collegavano stabilmente ormai le diverse sponde del Mediterraneo.

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