Nel cuore della Maremma Toscana, a pochi chilometri dall’antico borgo medievale di Paganico, l'amore della famiglia Uzielli verso le tradizioni rurali ha dato vita ad un’azienda agro-zootecnica capace di far riscoprire ai consumatori l’importanza del rapporto con il cibo.
Situata alla confluenza del fiume Ombrone con il torrente Lanzo, la Tenuta di Paganico - nata nel 1922 - si estende per circa 1500 ettari su un fertile terreno che alterna immense aree pianeggianti ad ampie zone collinari ricoperte da rigogliose foreste e ricchi oliveti. Contrassegnato da una florida vegetazione e da grandissime distese di verde, il territorio di proprietà aziendale offre al bestiame allevato - bovini di razza Chianina e Maremmana, cavalli Maremmani e suini di Cinta Senese - uno sterminato spazio in cui pascolare allo stato brado, in totale libertà. Una dimostrazione d’amore per il mondo animale e per la natura, alla quale si è aggiunta, nel 2002, la completa conversione al biologico, scelta dettata dalle esigenze di salvaguardia dell’ambiente, ma anche dalla volontà dell’impresa di realizzare prodotti di ancora maggiore qualità. È così che hanno visto la luce alcune delle più rinomate specialità della casa, tra le quali spiccano l’olio extravergine d’oliva “I Bandi”, il vino rosso DOC Montecucco “I Bandi” e numerose varietà di carne e salumi.
Pur costituendo il fulcro dell’azienda, l’attività agro-zootecnica non è l’unica risorsa a disposizione degli Uzielli: ad essa, infatti, si unisce anche l'attività agrituristica, arricchita da esperienze didattiche volte a valorizzare il legame che stringe l’uomo alla terra.
Per incrementare ulteriormente il benessere dei propri visitatori, la Tenuta di Paganico è ricorsa ai fondi messi a disposizione dal Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013, grazie ai quali ha potuto ristrutturare e “ripensare” il vecchio Opificio, dotandolo di un punto vendita e degustazione dei prodotti aziendali, di un laboratorio di sezionamento e trasformazione delle carni fresche e dei salumi, di un’attrezzatissima cucina e persino di una biblioteca. Tutto ciò allo scopo di attuare una “filiera corta” che permetta al consumatore di instaurare una relazione più serena con il cibo e che riesca a far riemergere i sani sapori di un tempo.
In totale sono stati investiti 362.080,81 €, dei quali 122.804,57 concessi dalla Regione Toscana a titolo di contributo.
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