Un cammino da fare a piedi, con la fatica e il sudore. Ma anche un'occasione per dare fiato al turismo lento. Che mette d'accordo sacro e profano, ricerca della spiritualità e sviluppo del commercio. Si potrebbe riassumere così la riapertura completa del tratto toscano della via Francigena, la strada da Canterbury a Roma che i pellegrini medievali percorrevano per trovare la grazia o semplicemente per meditare.
Oggi almeno in Toscana è tornata a vivere, a piena disposizione dei camminatori del Terzo Millennio. Sono quasi 400 chilometri di percorso, dal passo della Cisa ad Acquapendente, tutto in sicurezza e percorribile. Per l'inaugurazione simbolica che si è tenuta a Lucca, il presidente della Regione Enrico Rossi e l'assessore alla cultura Sara Nocentini hanno riunito tutti i sindaci e qualche presidente di Provincia dei territori interessati. C'era pure il ministro della Cultura Dario Franceschini. Un taglio del nastro virtuale per le quindici tappe toscane che ha camminato lungo le mura rinascimentali della città da Porta San Donato fino alla Casa del Boia.
LE TAPPE DELLA VIA FRANCIGENA - Vale la pena farne l'elenco spostandosi da Nord a Sud. Prima tappa: Pontremoli. Una porta di legno sul passo della Cisa segnala l'inizio del percorso toscano. Seconda tappa: Aulla. Una volta luogo di balzelli e gabelle. Terza tappa: Avenza. Il percorso che guarda il mare della Versilia ma dall'alto. Quarta tappa: Pietrasanta. Eleganza liberty e ristoro dei viandanti. Quinta tappa: Lucca. Dove i pellegrini di tutta Europa accorrevano per sostare in preghiera davanti al Volto Santo. Sesta tappa: Altopascio. Una zona che le cronache medievali segnalano come pericolosa, fatta di laghi e paludi. A soccorso dei viandanti c'era uno dei più grandi centri di ospitalità. Settima tappa: San Miniato. Con la sua rocca che apre verso il percorso senese della Francigena.
E ancora. Ottava tappa: Gambassi Terme. Che è diventata dal XIV secolo luogo di acque termali. Nona tappa: San Gimignano. La più fotografata, la più dipinta. Ma senza la Francigena non sarebbe mai esistita. Decima tappa: Monteriggioni. Che è a due passi dalla montagnola senese, che è forse il cuore più intimo di quella terra. Undicesima tappa: Siena. La città del Palio. Dodicesima tappa: Ponte d'Arbia. Definito piccolo vaso di ceramica in mezzo a giganti del turismo, ma proprio per questo tutta da scoprire.
Ora il cammino del pellegrino scende sempre più verso Sud. La tredicesima tappa è San Quirico d'Orcia, dove Federico Barbarossa nel XII secolo incontrò i messi papali. Fino a Radicofani, la quattordicesima, dove passa il 43° parallelo. E infine: Acquapendente. Qui le crete diventano instabili. Il lavoro dell'uomo le ha modificate. La Toscana è ormai alle spalle. Si apre l'ultimo tratto verso Roma, la città degli Apostoli.
PUNTI DI RISTORO E DI SOSTA – Il tratto toscano della via Francigena è costellato di 1.200 punti di ristoro e sosta. Si tratta di 500 alberghi, quasi 400 bed & breakfast, 200 agriturismi e altre 100 strutture di altre genere come ostelli o foresterie.
Tra queste spiccano le 44 strutture ecclesiastiche che, da Pontremoli a San Casciano dei bagni, offrono ai pellegrini ospitalità gratuita salvo libere offerte da parte dei viandanti. Entro il 2015 la Regione Toscana ne aggiungerà altre 16 a 10 euro a notte. La più prestigiosa è certamente l'ex ospedale di Santa Maria della Scala, situato nel centro storico di Siena, proprio davanti al Duomo.
L'investimento totale per recuperarle e allestirle è di 4 milioni di euro. Nel tempo del pellegrino 2.0 tutta la Francigena avrà pure 57 accessi wi-fi. Per rimanere sempre connessi.