Cultura/ARTICOLO

Vino: raccoglie 140.000 euro asta benefica Ornellaia a Londra

L’artista sudafricano William Kentridge ha disegnato delle etichette speciali per l’annata 2015, sempre per il progetto Vendemmia d’Artista

/ Redazione
Gio 24 Maggio, 2018

L’Ornellaia sbanca Sotheby’s in occasione di un’asta di beneficienza. Il pregiato vino toscano ha infatti raccolto 140mila euro in occasione di un’asta benefica il 23 maggio al Victoria & Albert Museum di Londra, con le bottiglie di vino Ornellaia vestite delle etichette firmate da William Kentridge, artista sudafricano di fama internazionale. All’incanto c’erano nove lotti che includevano le speciali bottiglie create da Kentridge per Ornellaia 2015, Il Carisma, 30° annata della Tenuta di Bolgheri. Durante la cena di gala Stephen Mould, direttore e responsabile della sezione vini europei Sotheby’s, ha raccolto fondi che saranno interamente devoluti all’istituzione che ha ospitato l’evento, il Victoria & Albert Museum di Londra, diretto da Tristram Hunt. Ad oggi, Ornellaia, con il progetto Vendemmia d’Artista ha donato oltre 2 milioni di euro a Fondazioni artistiche e Musei di tutto il mondo.

Per l’occasione Kentridge ha firmato un’opera d’arte per la Tenuta, ha personalizzato una serie limitata di 111 bottiglie di grandi formati e disegnato un’etichetta esclusiva di cui si troverà un esemplare in ogni cassa di 6 bottiglie da 750 ml di Ornellaia. La stessa etichetta verrà inoltre replicata su tutte le Magnum e sui coperchi delle rispettive casse, parte del progetto realizzata in via straordinaria per questa annata celebrativa. I disegni delle etichette sono realizzati sulle pagine di vecchi libri di cassa italiani, trovati nei mercatini delle pulci e nei negozi dell’usato toscani.

“Le cesoie – ha sottolineato William Kentridge - sono in ricordo di un’esperienza da me vissuta durante una vendemmia in Toscana, quando ho trascorso sei mesi con la mia famiglia a San Casciano, fuori Firenze. Gli aspetti della produzione vinicola che combinano processi sia manuali che meccanizzati hanno evocato la trasformazione degli umani in macchine e delle macchine in lavoratori. Ma ciò che più mi è rimasto impresso è il sapore del pranzo nelle vigne preparato dalla moglie del contadino. Un gusto profondo, ottenuto dalla combinazione di lavoro e terroir”.

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