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Il medico che inventò il Museo del Calcio di Coverciano

In ricordo di Fino Fini, indimenticato dottore della Nazionale italiana

Lun 7 Febbraio, 2022

Coverciano era la sua seconda casa; il calcio, il suo primo amore; l’azzurro, il colore vivo di una passione rimasta immutata nel corso degli anni. E pensare che di anni, dietro a quel pallone e a quella maglia, Fino Fini ne aveva spesi davvero tanti: oltre venti da medico della Nazionale, con sei Campionati del Mondo alle spalle, compreso quello trionfale del 1982. Già. Quello di Pablito Rossi, della notte magica del Bernabeu, dell’urlo di Tardelli e della partita a carte fra Pertini e Zoff. Ma la storia tra Fini e la nazionale era proseguita anche una volta lasciato il ruolo da medico. E come fai, dopotutto, a bloccare certi amori? A costringerli ad interrompersi? A rinchiuderli per sempre nel cassetto dei ricordi? La verità è che il destino aveva riservato alla storia tra Fino Fini e la maglia azzurra un nuovo capitolo da scrivere e vivere fino in fondo: quello del Museo del Calcio di Coverciano.

Fino Fini – grazie alla sua “creatura” – ha legato per sempre il suo nome a quello della Nazionale italiana. In questa intervista – una delle ultime prima sua scomparsa avvenuta nel settembre del 2020 – il dott. Fini ci accompagna tra le sale del Museo e ci racconta una storia che parte del calcio… ma che va oltre il campo di gioco. A prendere la scena sono gli oggetti: maglie storiche, cimeli da collezione, scarpini e palloni di un’era che fu. E mentre scorrono i ricordi – da quelli in bianco e nero dell’era Pozzo – fino a quelli più recenti dei Mondiali 82 e 2006, ecco che il racconto, poco a poco, diventa quasi un omaggio alla storia contemporanea dell’Italia. Un Paese perennemente diviso su tutto; ma capace di stringersi unito e compatto attorno al sogno della maglia azzurra.