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L’artista Sammy Baloji a Palazzo Pitti alla scoperta dei rapporti tra il Congo e l’Europa

Il progetto espositivo costituisce il punto di arrivo di una ricerca avviata dall'artista a partire dal 2016 nelle collezioni di diversi musei del mondo e che approda adesso alla reggia medicea di Firenze

Mer 27 Aprile, 2022

Un tappeto rosso lungo 88 metri è il filo che collega le varie installazioni di Sammy Baloji nell’Andito degli Angioini a Palazzo Pitti.

Il progetto espositivo costituisce il punto di arrivo di una ricerca avviata dall’artista a partire dal 2016 nelle collezioni di diversi musei del mondo e che approda adesso alla reggia medicea di Firenze.

Le opere site-specific dell’artista dialogano con materiale d’archivio e opere dal Congo in prestito dal Museo di Antropologia ed etnologia di Firenze e dal Museo delle Civiltà di Roma oltre che dalle Gallerie degli Uffizi, un cammino che evidenzia sala dopo sala la complessità dei “dialoghi intrecciati” tra Congo, Europa Rinascimentale ed Europa Moderna.

In “Gnosis”, installazione ispirata alla Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio, Baloji esplora il concetto di Wunderkammer (ovvero stanza delle meraviglie) inquadrando le collezioni rinascimentali di mirabilia e naturalia e la nascita dei moderni musei antropologici ed etnografici italiani.

Le lettere del Re Afonso I del Congo al sovrano portoghese Manuel I parlano di una relazione paritaria ed orizzontale tra Europa e Africa, che ribalta la narrazione “esotica” divenuta in seguito predominante.

Infine la decorazione del tappeto dell’installazione The Crossing traduce i motivi geometrici e a fasce circolari di quattro preziosi olifanti (trombe cerimoniali d’avorio intarsiate) che provengono dal Tesoro dei Granduchi di Palazzo Pitti.