Cultura/

Grazie alla “scopertura” torna a svelarsi il pavimento del Duomo di Siena

Dal 27 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 18 ottobre 2022 torna visibile un vero e proprio "gioiello" che per il resto dell'anno resta coperto da una protezione data la fragilità del tappeto marmoreo

Gio 30 Giugno, 2022

“Il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto”: così Giorgio Vasari descrisse il pavimento del Duomo di Siena, frutto di un lavoro che si è realizzato attraverso i secoli, in 500 anni di lavoro dal Trecento fino all’Ottocento.

Anche quest’anno dopo il grande successo degli anni passati torna a scoprirsi il pavimento della cattedrale, come sempre per un periodo limitato, dal 27 giugno al 31 luglio e dal 18 agosto al 18 ottobre 2022.

Una doppia apertura che permetterà di ammirare un vero e proprio “gioiello” che per il resto dell’anno resta coperto da una protezione, data la preziosità e fragilità del tappeto marmoreo.

Il pavimento del Duomo di Siena è formato da 56 tarsie i cui cartoni preparatori sono stati realizzati da artisti del calibro di: Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi e Pinturicchio.

La tecnica utilizzata per trasferire l’idea degli artisti sul pavimento è quella del commesso marmoreo e del graffito.

Le tarsie erano tratteggiate sopra lastre di marmo bianco con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero. Poi si aggiungevano marmi colorati accostati assieme come in una tarsia lignea.

In occasione della scopertura, sarà possibile anche camminare intorno al coro e all’abside per ammirare le tarsie lignee che Fra Giovanni da Verona realizzò con una tecnica molto simile a quella del commesso marmoreo, usata per il pavimento: un “gioco a incastro” che, grazie all’accostamento di legni di diversi colori e il sapiente uso della prospettiva, ha disegnato vedute di città, paesaggi e nature morte.

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