Enoturismo, le cantine toscane puntano sempre di più sull’identità
Accoglienza familiare e paesaggi da favola, sostenibilità e innovazione i punti di forza secondo il rapporto del Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici dell'Università LUMSA
Il modello toscano fa ancora una volta scuola nel mondo dell’enoturismo tricolore. Lo stile familiare dell’accoglienza in cantina, l’attenzione alla sostenibilità e all’innovazione, la bellezza dei paesaggi e soprattutto l’identità forte e ben riconoscibile esercitano un grande appeal sugli enoturisti. È quanto emerge dal rapporto promosso dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici dell’Università LUMSA per il Movimento Turismo del Vino Toscana.
Lo studio, presentato in collaborazione con Aset (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) è stato condotto per offrire al Movimento Turismo del Vino Toscana la fotografia dell’attività delle cantine del Movimento. L’occasione per sottolineare le differenze e le peculiarità di ciascun territorio nell’accogliere i visitatori in cantina e suggerire spunti per il futuro.
Il Movimento Turismo del Vino, che è nato proprio in Toscana, ha fatto da apripista in passato al format vincente di Cantine Aperte. Tante le iniziative e i progetti pilota che sta portando avanti per gli enoturisti. Un modo per aprire nuove frontiere nella wine hospitality a cominciare dalla collaborazione con la realtà dell’escursionismo.