Dopo anni in continua discesa, la Toscana frena la sua caduta nel 2014 con una crescita zero, ottenuta - in un contesto di grande difficoltà - grazie all'export, soprattutto nei settori della moda e della meccanica, ed al mantenimento dei suoi distretti produttivi. Nel rapporto presentato a Firenze da Unioncamere Toscana e dall'Istituto regionale di programmazione economica (IRPET) ne esce una regione che inizia a dare segni di ripresa, seppur cauta e 'stordita' dai postumi di una lunga crisi.
Tra i dati positivi dello scorso anno, spicca il +4,4% nelle esportazioni di beni e servizi, grazie soprattutto al mercato extraeuropeo, ponendo la regione tra le migliori in Italia, dove la media si attesta positivamente al 2,6%. Cifre che sostanzialmente pareggiano il calo degli investimenti interni, che vedono una diminuzione del 3% (del 3,3% in Italia), su cui grava la continua frenata dal comparto dell'edilizia. Molto positive invece la moda (+7,5%) e meccanica (+11%).
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Per quanto riguarda il lavoro, il 2014 ha visto un mantenimento del livello occupazionale che stabilizza - dal 2008 (anno di inizio della crisi internazionale) ad oggi - il numero di posti persi sulla cifra, comunque ragguardevole, di 24mila unità. Su base tendenziale, la Toscana realizza addirittura una performance positiva per quanto riguarda la manifattura, posizionando la regione davanti ad altre aree considerate 'locomotive' del settore come Veneto, Emilia-Romagna o Lombardia.
Ed il 2015?
Segnali di cauto ottimismo che si riversano sulle stime presentate per l'anno in corso e per il 2016. Qualora venissero riconfermate le tendenze del primo semestre stimate dal rapporto, il PIL toscano dovrebbe crescere dell'1,2% nel 2015 e di un ulteriore 1% per il 2016, 'avverando' quella tanto attesa inversione di tendenza attesa ormai da tre anni.
La Toscana sarebbe tra le migliori regioni in Italia a trarre vantaggio dall'indebolimento dell'euro che rende ancor più competitivo l'export; inoltre, i timidi segnali di ripresa del reddito disponibile anche per le famiglie italiane. Inoltre, dopo anni di cadute, il 2015 dovrebbe caratterrizzarsi anche come il primo anno in cui non si replicherà il calo degli investimenti.
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